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Antonio Ricci a Radio Capital su Andrea Fabiano e Flavio Insinna

Antonio Ricci a Radio Capital su Andrea Fabiano e Flavio Insinna

Antonio Ricci a Radio Capital su Andrea Fabiano e Flavio Insinna

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Antonio Ricci è intervenuto in diretta a Radio Capital nel corso della trasmissione Tg Zero.

Incalzato dalle domande di Vittorio Zucconi ed Edoardo Buffoni, il patron di Striscia la notizia ha parlato della diatriba con il direttore di Raidue Andrea Fabiano, del Tapiro d’Oro consegnato ad Asia Argento e della querelle con Flavio Insinna.

A PROPOSITO DELL’INTERVISTA BLOCCATA DA ANDREA FABIANO (RAI DUE)
«Non mi sono arrabbiato, mi sono chiesto da contribuente e abbonato se sia giusto quello che succede per i vezzi capricciosi di un direttore. Io da mesi sono in contatto per un’intervista. Ora che si stava concretizzando mi chiama e mi dice che Fabiano non vuole che io vada sul servizio pubblico per cui tutto quello che avevamo preparato è saltato. “Il tuo intervento mi serviva all’interno della trasmissione, ma se il Capo Fabiano non vuole non si può fare. Ero l’allievo prediletto di Enzo Trapani, l’unico ancora vivente. Io devo tutto a Enzo Trapani, le cose che so di televisione me le ha insegnate lui, ho iniziato a fare televisione con lui, per cui mi sento assolutamente un consulente con una patente per cui poter fare qualcosa gratuitamente per il servizio pubblico. Per di più io avevo già fatto una trasmissione per Raidue di ben 16 puntate su di lui», ha spiegato Ricci. «Un conto è fare un’intervista personale. Questa è una trasmissione di storia della televisione, su un personaggio sul quale so tutto. Mi sembra assurdo che per una sorta di razzismo, di malpancismo io non posso essere lì. Soprattutto considerando che io non vado mai in televisione. La cosa che mi ha fatto veramente impazzire è stata la dichiarazione che hanno fatto: “In merito a quanto dichiarato da Antonio Ricci, si precisa che a nessun dipendente o collaboratore di Raidue è stato mai dato il consenso di chiedere una sua intervista per una trasmissione televisiva della rete. Un’eventuale richiesta al signor Ricci in questo senso, sarebbe comunque da considerarsi frutto di iniziative personali prive della necessaria autorizzazione preventiva”. Io chiedo a Mattarella l’antidoping in Rai o se no questo è un pensiero fascista. Tutti quelli che vanno su Raidue a farsi intervistare dobbiamo pensare che abbiano avuto il permesso di Fabiano. Se il direttore sapesse quanti autori, presentatori Rai mi hanno chiamato oggi per manifestarmi la loro solidarietà potrebbe venirgli qualche dubbio».
SU FLAVIO INSINNA
Alla domanda di Vittorio Zucconi ed Edoardo Buffoni a proposito del fuorionda pubblicato da Striscia, che l’anno scorso ha scatenato una pioggia di critiche nei confronti di Flavio Insinna, Ricci ha detto: «Noi abbiamo sempre materiale, perché non giochiamo mai fino alla fine i nostri colpi. Però mi fate venire in mente che forse – ci ho ragionato – tutto nasce proprio da Insinna», dice facendo riferimento a quello che era stato soprannominato “l’Editto di Fabiano”.
«Nel 2015 c’era una trasmissione, gli Oscar Tv. Siccome in quell’anno noi abbiamo vinto e Insinna no, lui piantò un casino a quelli della Rai. Cosa che mi venne riferita dal povero Fabrizio Frizzi. L’anno dopo, governando Fabiano, la trasmissione non si fece più.
Fabiano negò la possibilità perché pensò: “Perché dobbiamo premiare le altre reti e non il mio cocco”. Io su Wikipedia sono al top delle vincite e quindi lui ha fatto questa opera. Trasferito poi su Raidue, per danneggiarci, ha pensato bene di programmare un tg satirico proprio mentre andiamo in onda noi».

SU ASIA ARGENTO
«Secondo me dovrebbero tenerla a X Factor. Io ritengo che la televisione svolga una funzione di ergoterapia, di cura col lavoro. Tanti potenziali criminali (io, Sgarbi, Costanzo) liberi per i giardinetti faremmo molti più danni. Chiusi in questa gabbia della televisione siamo più sotto controllo».

SUL PONTE DI GENOVA
«Quando ho visto il progetto sul ponte multistrato ho avuto un mancamento, ci mancava solo che facesse il caffè. È giusto che uno sogni, però abbiamo un architetto a Genova che coraggiosamente, ingenuamente e sprezzante del pericolo ha offerto gratuitamente un progetto, che mi sembra quello più attuabile, utilizzando maestranze europee. Io accetterei».

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