Mattatore, giullare, “dantista”, comico e drammatico, poetico e scatologico: Roberto Benigni è un affabulatore che si mette in contatto con tutte le nicchie di pubblico, tra stoccate d’ironia politica e citazioni liriche. Ma l’incipit è tutto comico. «Sei bravissimo, sei capace di fare più cose contemporaneamente – rivolto al direttore artistico e presentatore Carlo Conti -. Dovresti fare tu il ministro dei Trasporti, guarda… Ma ho detto che non parliamo di politica. Prima però ho visto Marcella Bella e l’ho salutata… è successo un casino!» scherza subito Roberto B (che si auto-ribattezza così dopo aver conosciuto Tony Effe), a proposito dei vari nervi tesi su par condicio, stop ai monologhi di parte e argomenti simili.
«È tutto così bello – dice sornione – che sembra il Festival della Canzone Svizzera!». E chissà se è un vero complimento, in effetti. «Hai mantenuto la promessa sugli orari. Non come l’anno scorso – con Amadeus, cioè -: quando sono entrato c’erano dei cantanti che ancora aspettano di esibirsi dal 2024! E poi, con la Clerici, Gerry Scotti da Canale 5 e gli altri, hai fatto il vero campo largo».
Ma Tony Effe torna ancora nel discorso. «Mi ha detto: Roberto, che c’hai una collana da prestarmi?» ride di gusto Roberto B, che poi sguazza tra le frecciate ai conservatori d’Oltreoceano. «Elon Musk ha votato Giorgia: si è innamorato di Giorgia – dice Benigni giocando sull’ambiguità tra le omonime, la cantante Todrani e la premier Meloni -. E poi Musk avrebbe detto pure: «Roma o Marte!», geniale spernacchiamento di un vetusto e tetro slogan fascista.
Finale con l’immarcescibile Inno del corpo sciolto (1979). E allora perché non rivedere anche questa chicca della 37esima edizione di Striscia la notizia: sull’onda delle variazioni attorno ai temi del “cineasta” di fama internazionale Su Gigi (ospite quasi fisso con Nino Frassica e Michelle Hunziker) rivediamo l’interpretazione dell’ormai mitologica scena dello sparo con un giovanissimo Roberto Benigni.