Spulciando le carte delle indagini, il nostro Pinuccio propone alcune intercettazioni, ricostruite con l’Intelligenza artificiale, tra cui una con il figlio Maurizio Nobile (non indagato), che dimostrerebbero, secondo gli inquirenti, che Wanna Marchi, anch’essa non indagata, fosse a conoscenza del “business” che ruotava attorno alla “Gintoneria”.
Ripercorriamo assieme la vicenda per capire meglio cosa è successo.
Ieri vi parlavamo dell’arresto di Stefania Nobile, Davide Lacerenza e Davide Ariganello con l’accusa di aver creato un circolo poco virtuoso attorno all’attività commerciale “La Gintoneria di Davide”, a Milano. Autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, detenzione e spaccio di droga. Questi i reati contestati ai tre. In buona sostanza avrebbero messo su un business illecito fondato sull’offerta di escort e droga a clienti facoltosi, giro d’affari che avrebbe loro garantito alti profitti. Lusso, tracotanza e un tenore di vita sopra le righe che non mancavano di mostrare sui propri canali social.
È proprio quest’ultimo aspetto, come testimoniato dalle intercettazioni riportate nell’ordinanza di custodia cautelare, a instillare nell’animo di Stefania Nobile il timore di essere scoperti dalle forze dell’ordine. È preoccupata, in particolare, della condotta spavalda e tracotante dell’ex compagno, attuale socio in affari, Lacerenza che sui propri social “pubblicizza” le attività illecite immortalandosi mentre fa uso di stupefacenti. «Ma ti rendi conto, ma possiamo continuare così Davide (Ariganello ndr)? Tanto da un momento all’altro arrivano, io me lo aspetto, cioè io non dormo, dormo mezz’ora mi sveglio, perché arrivano lo so» così si rivolgeva ad Ariganello dopo aver discusso con Lacerenza. Quindi, secondo il Gip che ha condotto le indagini preliminari, la Nobile sarebbe stata sempre a conoscenza degli affari illeciti che gravitavano attorno alla “Gintoneria” e, anzi, avrebbe scelto di chiudere gli occhi per beneficiare dei lauti guadagni.
Il giudice per le indagini preliminari ha poi sottolineato come Wanna Marchi, madre di Stefania Nobile, seppur non iscritta nel registro degli indagati, sapesse quello che accadeva attorno alla “Gintoneria”. Da un lato disdegnava l’ex genero Lacerenza e la clientela che affollava il suo locale, dall’altro si compiaceva però degli incassi e dello stile di vita proveniente dal business che le avrebbe consentito, tra le altre cose, di poter viaggiare dall’Albania agli Stati Uniti.