News

Riparte la movida dopo il lockdown, assembramenti e poche mascherine: sindaci infuriati

Riparte la movida dopo il lockdown, assembramenti e poche mascherine: sindaci infuriati

Riparte la movida dopo il lockdown, assembramenti e poche mascherine: sindaci infuriati

Senso di responsabilità e movida sono due concetti difficili da conciliare, ma che potrebbero non essere in antitesi, se si rispettassero le regole. Quelle che continuano a essere ripetute da mesi, le uniche che consentirebbero – davvero – di tornare a una parvenza di normalità: mantenere il distanziamento sociale e indossare – bene – le mascherine.

E invece le scene cui si assiste da nord a sud parlano di assembramenti fuori dai locali, di giovani che tornano ad accalcarsi bevendo o prendendo il sole al parco o in spiaggia, di ragazzini che giocano a pallone.
 

Assembramenti a Padova e Bologna, i video

Riaprono le attività e le strade tornano a riempirsi, per la furia di sindaci e governatori. Gli ultimi episodi a Padova e a Bologna stanno indignando i social e le istituzioni.

Nel capoluogo emiliano sono dovute intervenire le forze dell’ordine invocate dai residenti per allontanare il tappeto di persone che si era creato fuori da alcuni bar.

In Veneto la situazione è anche peggiore se si considera che il locale fuori dal quale si è creato l’assembramento era già stato multato nei giorni scorsi perché violava le norme consentendo agli avventori di consumare i propri spritz in loco.
 

All’indomani delle polemiche scatenate da questi video, il sindaco di Padova Sergio Giordani ha commentato: “Quello che è successo ieri è inammissibile, abbiamo fatto una campagna su mascherine, distanze di sicurezza, igienizzazione, ora non mi resta che dire: attenzione perché chi sbaglia paga. L’emergenza non è finita – ha aggiunto -. So che è difficile e parlo soprattutto ai ragazzi, attenzione: le forze dell’ordine arriveranno a chiudere i locali, mi affido alla responsabilità di tutte le persone, abbiamo interpellato anche la Regione. Ognuno di noi è responsabile del proprio futuro e di quello degli altri”.
 

La minaccia di Zaia: “Se tra dieci giorni aumentano i casi, si chiude tutto”

Le immagini hanno scatenato l’ira del governatore Zaia, che nella consueta diretta ha tuonato: “Chi non rispetta le regole, chi non usa le mascherine e il distanziamento sociale, abbia rispetto per i 1820 morti che il coronavirus ha fatto in Veneto. Stiamo seguendo anche con un po’ di ansia questa apertura importante iniziata lunedì, perché ci sono arrivate un sacco di foto e di filmati dei centri città con movide a cielo aperto. Se qualcuno pensa che è finito tutto, è sulla strada sbagliata.

Lo dico e lo ripeto all’infinito, se serve: se tra dieci giorni ci sarà una recrudescenza e un aumento delle infezioni, si tornerà a chiudere bar, ristoranti, spiagge, e industrie, e torneremo a chiuderci in casa col silicone”.

Gli assembramenti documentati da Striscia la notizia

Anche noi di Striscia vi abbiamo più volte mostrato come il senso di responsabilità spesso sia venuto meno in diversi luoghi e circostanze.

Qualche settimana fa, prima dell’entrata in vigore dell’ultimo DPCM, quando ancora era del tutto vietato vedere gli amici, Stefania Petyx ci aveva mostrato come a Palermo e Mondello le regole non fossero pienamente rispettate, anzi.


Lo stesso succedeva a Roma lo scorso weekend, come documentato dalle immagini realizzate da Jimmy Ghione e la sua troupe a Villa Borghese. Qui gli assembramenti si riformavano addirittura subito dopo l’intervento della Polizia Locale.

Ultime News

tutte le news