

Michele Macrì
Michele Macrì nasce a Marina di Gioiosa Ionica, in provincia di Reggio Calabria, e si affaccia al mondo dello spettacolo come dj, intrattenitore e speaker radiofonico, per poi decidere di affinare le sue capacità studiando doppiaggio e recitazione. Oltre ad aprire un’emittente tutta sua, Radio Peter Pan, dal 2006 in poi comincia a lavorare come giornalista pubblicista e soprattutto a realizzare inchieste. È a quel punto che decide di studiare diritto e di laurearsi in giurisprudenza, proprio perché arriva a toccare “nervi scoperti” del territorio e vuole essere sicuro, sul piano legale, di ciò che può far emergere nei suoi servizi.
Nel 2019 inizia a condurre un programma su un’emittente regionale intitolato “L’Inviato Speciale”. È sua sorella a «cambiargli la vita», perché prende un paio di pezzi dai vari filoni delle sue inchieste e – con la scusa di farli vedere ai suoi figli – li invia a Striscia la notizia. L’attenzione di Antonio Ricci si desta, il resto è storia di questa 37esima stagione durante la quale l’inviato dalla Calabria entra a far parte della squadra degli inviati.
Per Macrì “scovare il marcio” non è un obiettivo fine a se stesso o sensazionalistico: il fine è quello di educare le persone a conoscere i loro diritti. «Cominciano ad arrivarmi tante storie da donne e uomini che oggi, finalmente, hanno meno paura di segnalare irregolarità, reati o episodi di malasanità. E questo in zone di ‘ndrangheta che non assomigliano a paesaggi da fiaba o da cartolina. Posti in cui non è facile far emergere i problemi e le possibilità di riscatto».
L’efficace sintesi è: «Se devi accompagnare tua madre o tuo padre in ospedale, vuoi che tornino con le loro gambe. E non, al contrario, che si trovino in situazioni di disagio nelle quali mancano letti, garze e altri strumenti indispensabili. Molti cittadini ora hanno più consapevolezza di ciò che è lecito domandare. Di ciò che è legittimo chiedere che funzioni».