Nella Giornata mondiale dei diritti umani, che si tiene in tutto il mondo il 10 dicembre, ricordiamo i numerosi servizi di Striscia sulla detenzione dei cittadini stranieri nei Cpr. Nel giorno in cui viene celebrata la proclamazione – da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite – della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, è doveroso parlare delle condizioni talvolta disumane in cui sono trattenute molte persone non in regola con i documenti, all’interno dei Centro di permanenza per i rimpatri: tante le realtà descritte da Rajae Bezzaz. Dal Cpr di via Corelli a Milano arrivarono nel 2023 immagini inedite realizzate con gli smartphone. Immagini che testimoniarono una realtà di estremo disagio: le forti proteste, l’ennesimo incendio, alcuni episodi di autolesionismo e anche tentativi di suicidio.
Tra i maltrattamenti inflitti a chi si trova nei Centri per il rimpatrio è emersa grazie a Striscia anche una pratica che in molti casi non ha giustificazione, proprio sotto il profilo del rispetto dei diritti umani. L’inviata mostra le immagini integrali ed esclusive che hanno innescato un’inchiesta giudiziaria sulle presunte violenze nel Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio (Potenza). Un “ospite” del centro, legato con fascette ai polsi e alle caviglie, viene forzato ad assumere la “terapia”, un mix di psicofarmaci e sedativi a base di Rivotril, Tavor e Seroquel.
Parlando di detenzione in generale, ricordiamo che i numeri del 2024 e del 2025 delle morti e dei suicidi nelle carceri italiane sono drammatici: 72 dall’inizio dell’anno. E per quanto riguarda i Cpr di recente il Consiglio di Stato, con la sentenza del 7 ottobre 2025, ha dato ragione alle associazioni come Asgi e Cittadinanzattiva proprio su questo delicato tema: è stato così annullato, parzialmente, lo schema di capitolato degli appalti per i Cpr, nella parte in cui “non garantisce livelli minimi di tutela del diritto alla salute e di prevenzione del rischio suicidario per le persone trattenute”.
