Che tu abbia 9 o 99 anni, è sempre tempo di Balle Spaziali. E l’artefice della pellicola altamente scimmiottante Guerre Stellari, Mel Brooks, ha intenzione di fare un nuovo tuffo nell’iperspazio e coltiva progetti ironico-fantascientifici.
Melvin James Kaminsky, nato il 28 giugno 1926 a New York – che quindi da oggi è un fresco novantanovenne – ha infatti messo in cantiere, navale e spaziale, la sua partecipazione al sequel di un film che parodiò in mille modi la “sacra bibbia” dei Lucasiani del Pianeta, Star Wars appunto (oltre a Star Trek, Alien e Il Pianeta delle scimmie). Mentre i Brooksiani del mondo già pregustano l’ipergalattico sfottò, aggiornato all’epoca dei social e dell’Intelligenza Artificiale, i fan italiani possono lustrarsi gli occhi e le orecchie rivedendo e riascoltando le chicche made in Striscia.
Sì, perché se è impossibile condensare in poche righe la biografia di un regista, sceneggiatore, attore, compositore come Mel Brooks, è altrettanto impossibile non riandare con la memoria alle incursioni di questo inossidabile mito della comicità (degli ultimi 60 anni) nello studio di Striscia la notizia. Il regista di Frankenstein Junior ma anche di Per favore, non toccate le vecchiette è stato davanti alla cinepresa nei film diretti da Ezio Greggio: Il silenzio dei prosciutti e Svitati. E in un poker di stagioni diverse – in un arco temporale di una dozzina d’anni – si è seduto, ha ballato e riso a crepapelle al bancone del tg satirico di Antonio Ricci.
La prima volta di Mel Brooks a Striscia è stata il 21 gennaio 1994, quando appunto presentò il suo film Robin Hood – Un uomo in calzamaglia. Con il video montaggio creato per l’occasione gli facciamo gli auguri per altri 99 di questi giorni (e riviviamo anche la famosa “fuga da Milano 2” della coppia Ezio Greggio-Mel Brooks).
Il re delle commedie farsesche non ha più spazio per le statuette, da vincitore di quattro Emmy, tre Grammy, tre Tony Award e due Oscar. Nato da genitori figli di immigrati ebrei provenienti da Germania, Russia e Bielorussia, ha recitato molte volte con Gene Wilder e ha ammesso di aver iniziato a interpretare ruoli e a scriversi gag e copioni per reagire al clima di bullismo dei suoi coetanei di Brooklyn. E ha poi continuato intrattenendo i commilitoni durante la sua esperienza come soldato nella Seconda Guerra Mondiale.
Mezzogiorno e mezzo di fuoco, L’ultima follia di Mel Brooks, Alta tensione, La pazza storia del mondo, Che vita da cani!, Dracula morto e contento (con Leslie Nielsen, altro super ospite di Striscia la notizia) sono alcuni dei titoli di film nei quali ha omaggiato-parodiato il Western, Hitchcock, le pellicole del terrore, i film di guerra, quelli catastrofici e altro ancora. In seconde nozze nel ’64 Mel sposò Anne Bancroft, l’attrice premio Oscar poi protagonista de Il laureato accanto a Dustin Hoffman (1967). Pare che la grande spinta verso il cinema sia arrivata proprio dalla Bancroft.
Brooks girò con lei un altro irresistibile film, nel 1983, in equilibrio tra farsa leggera e commedia dall’innegabile profondità: Essere o non essere di Alan Johnson, remake del capolavoro che Ernst Lubitsch girò 41 anni prima, Vogliamo vivere!. Mel recitò pure in siciliano nel secondo film di Ezio Greggio (il già citato Svitati del 1999, di cui era co-protagonista) e nel 2006 l’attore americano tornò a Striscia: era autore dello spettacolo The Producers, con Enzo Iacchetti e Gianluca Guidi protagonisti in Italia. Grande produttore, c’è la sua firma dietro The Elephant Man di David Lynch e La mosca di David Cronenberg.
Il nuovo Balle spaziali sarà nelle sale nel 2027 distribuito da Amazon MGM Studios, per la regia di Josh Greenbaum. Torneranno la principessa Vespa, il presidente Scrocco, Lord Casco Nero, Stella Solitaria e il suo cane-uomo Rutto. Mel Brooks si immergerà nei panni di Yogurt, la parodia di Yoda, ovvero un anziano un po’ strambo che custodisce i segreti del lato positivo della Forza o, come ribattezzata nella sua parodia, dello Sforzo…