Ieri pomeriggio a Torino, nel cuore della redazione de La Stampa, un centinaio di manifestanti — alcuni a volto coperto — hanno sfondato cancelli e porte, penetrando nell’edificio semi-vuoto: la redazione era infatti chiusa perché i giornalisti aderivano allo sciopero nazionale per chiedere il rinnovo del contratto nazionale.
Sarebbero state identificate già 36 persone tra le quali compaiono attivisti di Askatasuna, del Collettivo universitario autonomo e del Kollettivo studentesco autorganizzato. Secchi di letame lanciati sui cancelli, scritte spray come «Fuck Stampa», slogan del tipo «Giornalisti complici dell’arresto in Cpr di Mohamed Shahin», e il lancio di carte, giornali e libri dalle scrivanie: un vero e proprio raid.
Il blitz sarebbe un segno di protesta contro la linea tenuta dal quotidiano su vicende sensibili, legate verosimilmente alla questione palestinese. Tra queste, quella relativa a Mohamed Shahin, imam, a detta dei manifestanti dipinto come “terrorista” dal giornale torinese, e su cui oggi pende un provvedimento di espulsione per le frasi pronunciate nel corso di una manifestazione (9 ottobre) per denunciare il genocidio in atto a Gaza.
Ad ogni modo le violenze sono ingiustificabili e Striscia esprime piena solidarietà alla redazione de La Stampa.
