Quasi settanta persone denunciate per reati contro l’avifauna selvatica: sequestrati 903 uccelli abbattuti, oltre 264 esemplari vivi catturati illegalmente, 106 reti da uccellagione, 582 dispositivi di cattura illegale, 46 armi, 2286 munizioni e un chilo di polvere da sparo.
Questo il risultato di più operazioni portate avanti negli ultimi mesi dai Nuclei Carabinieri Forestali del Gruppo di Brescia, rinforzati dal dispositivo ”Operazione Pettirosso” del Comando per la Tutela della Biodiversità e dal Raggruppamento CITES (sempre all’interno dell’Arma). La realtà riscontrata conferma la recrudescenza delle pratiche di bracconaggio, in una delle province italiane nelle quali il fenomeno ha le conseguenze più pesanti, dalla Franciacorta alla Valcamonica: in Valtrompia uno dei soggetti denunciati è stato trovato con 106 trappole a tagliola.
Ma quali sono gli strumenti illegali maggiormente usati dai bracconieri? Richiami acustici elettromagnetici, reti da uccellagione, gabbie-trappola ma anche archetti e trappole metalliche che infliggono gravi sofferenze alla fauna, lasciata viva e agonizzante per ore.
Edoardo Stoppa, inviato di Striscia la notizia, aveva realizzato questo servizio ricco di testimonianze proprio a Brescia, con interviste ai responsabili di allora della Sezione operativa Antibracconaggio e Reati in danno agli animali (SOARDA) direttamente impegnata anche nelle operazioni attuali.
Ma non dobbiamo pensare che certi reati vengano commessi solo sulle Prealpi: come ci ha raccontato Stoppa in numerosi servizi questo accade in tante altre zone d’Italia. Vediamolo in azione di notte tra Castel Volturno e Villa Literno, in provincia di Caserta, sul lago di Patria.
Il servizio è realizzato in una Zona Protetta dove vengono trovati metri e metri di reti in nylon vietate alla vendita: la Riserva naturale delle Soglitelle.
Tornando al bilancio delle attività recenti, come ogni anno, e non solo nel Bresciano, i Carabinieri Forestali sono entrati in azione per garantire la tutela della biodiversità e dell’avifauna migratoria ossia quelle centinaia di migliaia di uccelli che, «guidati da un innato richiamo e percorrendo rotte ataviche, sfidano con resilienza non solo le avversità naturali, ma anche gli atti di bracconaggio».
Sulle Prealpi lombardo-venete approdano specie fortemente minacciate (protette da leggi nazionali e convenzioni internazionali) che, stremate dalle lunghe distanze percorse, sono particolarmente vulnerabili, in particolar modo sui valichi montani che rappresentano dei “colli di bottiglia” per la migrazione.
Le persone identificate nel Bresciano dovranno rispondere a vario titolo per i reati di furto aggravato di fauna selvatica (bene indisponibile dello Stato), maltrattamento e uccisione di animali, detenzione non consentita di specie protette e particolarmente protette, uccellagione, esercizio della caccia con mezzi vietati, detenzione e porto abusivo di armi e munizioni.
