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«Ricci mi ha salvato dalla povertà: è indefettibile, incorruttibile. Ci teneva che sfondassi a Drive in». L’intervista dell’ex paninaro Enzo Braschi su Libero
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«Ricci mi ha salvato dalla povertà: è indefettibile, incorruttibile. Ci teneva che sfondassi a Drive in». L’intervista dell’ex paninaro Enzo Braschi su Libero

«Ricci mi ha salvato dalla povertà: è indefettibile, incorruttibile. Ci teneva che sfondassi a Drive in». L’intervista dell’ex paninaro Enzo Braschi su Libero

Ecco alcuni estratti dell’intervista al comico Enzo Braschi, uscita sulle colonne di Libero.

‭«Chi lo conosce lo sa: Enzo Braschi è profondamente indipendente, ha un’attitudine a vivere nella più completa autonomia di spirito‭» scrive l’autore dell’articolo Francesco Mattana. ‭«Poco incline alle cose fatue, ha dato vita ai tempi del Drive in al Paninaro, che era la quintessenza della fatuità. Il Paninaro era un “cucadores“, stava dietro alle “sfitinzie” e, tra un abbordo poco platonico e l’altro, si “sparava” un bel “paninazzo”. L’ispirazione veniva dai giovanotti che gravitavano nel centro di Milano‭» continua il pezzo uscito in edicola oggi, lunedì 20 ottobre 2025.

Pochi sanno che Braschi di formazione è filosofo. ‭«Si laureò con una tesi sulla spiritualità dei Nativi americani, e agli indiani d’America ha dedicato una vita, non solo studiandoli a fondo (e diffondendone il pensiero con libri, seminari, documentari, romanzi) ma immergendosi nel loro quotidiano, prendendo parte per svariati anni alla Danza del Sole, la più sacra tra le cerimonie degli indigeni. Questa compenetrazione con le vette spirituali non lo ha indotto a rinnegare il passato‭». E sul suo exploit televisivo proponiamo proprio il passaggio in cui viene citato l’ideatore di Drive In, Striscia la notizia e Paperissima:

Veniamo ad Antonio Ricci, altro uomo chiave.
«Antonio è immarcescibile, indefettibile, incorruttibile, genuino. Di lui posso solo parlar bene, perché ci teneva proprio che sfondassi al Drive in, è stato tenace. Gli faccio gli auguri miei più fraterni per il ritorno di Striscia la notizia nella sua nuova collocazione oraria. Chi ha fatto il funerale anticipato a Striscia non conosce Antonio: l’appuntamento settimanale sarà una nuova sfida, tirerà fuori l’ira di Dio di creatività».

Per alcuni opinion makers, Drive in fu l'”origine del male”. Sicché lei, Braschi, avrebbe contribuito al “male”. Si costituisca…
«Posso certificare che eravamo una compagnia di amici e ci divertivamo come pazzi, tutti reduci da una gavetta feroce che ci induceva a non montarci la testa. È evidente che, quando si parlava di Drive in come origine del male, ci fosse l’intento capzioso di attaccare l’editore che trasmetteva Drive
in
, ossia il Cavaliere».

Berlusconi all’inizio aveva dubbi sulle sue potenzialità comiche, ma si è ricreduto dopo il trionfo del Paninaro…
«Mi fermò nei corridoi della Fininvest, disse: “Dr Braschi, lei sta facendo un ottimo lavoro, è una delle colonne del Drive in e spero rimanga con noi”. In tanti hanno rimarcato la sua generosità e bonomia. Sottoscrivo. Rimasi colpito dal fatto che alle cene di fine produzione trattasse col medesimo riguardo le persone più importanti e le più umili».

La Cina, quarant’anni fa, prese di mira il Paninaro. Il quotidiano della Repubblica Popolare lo definì “artefice di una perniciosa moda capitalista, corruttore di giovani, nemico del popolo”.
«Ricci mi disse: “Belin sei nei guai, i cinesi sono tanti e ti fanno un mazzo della Madonna”. Adesso la Cina è vicina, ma all’epoca la Cina era lontana, per cui questa “fatwa” cinese mi divertì, anziché spaventarmi. In Estremo Oriente non ci sono mai stato, però mi attrae la spiritualità di quei Paesi, vicina alla spiritualità dei nativi americani (…).

Raccontiamo di quella volta con De Niro…
«Accadde proprio ai Telegatti, incontrai De Niro nella toilette del Teatro Nazionale. A un dato punto se ne uscì con: “Perché non vieni a New York, ti presento Scorsese“. Lo disse per davvero, non è una mia vanteria senile. Solo che da ligure oculato, gli chiesi se c’erano garanzie di lavorare per davvero con Scorsese, ma su quel punto Bob non poteva garantirmi. Rimasi in Italia, senza rimpianti. Mai creduto di poter essere un Toro scatenato. Mi accontento di essere Bisonte Che Corre, come mi ha ribattezzato un capo indiano».

Leggi l’intervista integale sulle pagine del quotidiano Libero uscito in edicola oggi, lunedì 20 ottobre 2025.

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