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Il treno dell’inferno Torino-Aosta: pendolari come bestiame

Il treno dell’inferno Torino-Aosta: pendolari come bestiame

Il treno dell’inferno Torino-Aosta: pendolari come bestiame

Saliamo di nuovo sul treno dell’inferno, quello sul quale ci portò Capitan Ventosa più di una volta. Di continui ritardi e soppressioni di corse, di pendolari trattati come bestiame e di carrozze o convogli sempre troppo “corti” rispetto alla domanda ha parlato ieri la testata giornaledellavoce.it, a proposito della tratta Torino–Chivasso–Ivrea (percorso che poi per alcuni prosegue verso Aosta). Una linea diventata ormai “una barzelletta amara, una barzelletta che però non fa ridere”. Anzi “c’è chi la paragona a un calvario, chi addirittura la definisce una tortura di Stato“.
Convogli fermi per ore, soppressioni improvvise, passeggeri lasciati a terra a Chivasso o a Porta Susa, costretti ad aspettare treni fantasma che spesso non arrivano mai. E il giornale cita proprio l’interesse dimostrato finora da Striscia la Notizia.
Alcuni passeggeri dei convogli-pollaio, avviliti, contattarono il nostro tg satirico. Nell’autunno del 2022 Capitan Ventosa era salito su uno dei treni constatando che, nonostante l’app di Trenitalia segnalasse un sacco di posti liberi, la realtà dei fatti era molto diversa. A mali estremi…

Ma Capitan Ventosa era poi tornato anche l’anno scorso, l’11 gennaio 2024, per capire se l’odissea sui treni dei pendolari Torino-Aosta si svolgesse ancora a bordo di vagoni strapieni.

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