Lunedì prossimo per la quattordicesima stagione consecutiva Ficarra e Picone torneranno dietro il tavolone di Striscia la Notizia. «Ogni volta che tocca a noi condurre Striscia – dicono i due comici – si vota per qualcosa e stavolta il presidente Mattarella, siciliano come noi, ci ha telefonato proprio per chiederci quando subentravamo per fissare la data dell’elezione». «Siamo abituati e sapremo fare il nostro mestiere – dice il patron Antonio Ricci – vedrete che Vespone, la madre della sindaca Raggi o gli altri collaboratori comici che toccano “corde sensibili” non andranno contro le regole della par condicio. Niente tapiri ai politici, niente servizi su di loro e poi sono fortunato, anche quest’anno volerò all’estero e non voterò». Sulle recenti aggressioni a Vittorio Brumotti durante le inchieste sulle piazze dello spaccio a Scampia, sulle botte a Luca Abete, a Valerio Staffelli, a Max Laudadio o a Edoardo Stoppa Ricci è seriamente preoccupato: «Siamo un Paese nervoso e l’atmosfera è pesante. A volte capita che si facciano servizi sullo spaccio di droga e non accade nulla di veramente brutto, mentre se si mettono delle cacche sulle auto parcheggiate al posto degli handicappati veniamo aggrediti fisicamente». Parlando del Festival di Sanremo si scopre che il re degli autori Mediaset non è certo un fan di Claudio Baglioni: «Quando ero ragazzo pensavo che Baglioni fosse la cosa più melensa al mondo e non l’ho mai veramente amato».
(La Stampa/Luca Dondoni, 2 febbraio 2018)