SPETTERÀ a Roberto Balzani, professore di storia contemporanea, responsabile del Sistema museale di ateneo ed ex sfidante di Bonaccini alle primarie, il compito di rilanciare l’Istituto per i beni culturali, finito nell’occhio del ciclone dopo lo scandalo dei “furbetti del cartellino”: dipendenti che entravano, timbravano e uscivano a fare shopping, immortalati dalle telecamere di “Striscia la notizia”. Per dieci di loro è aperto un provvedimento disciplinare e dovranno essere sentiti dalla Regione, mentre finora solo uno — Vincenzo Colombo, padre dell’ex assessore — è stato sospeso.
Balzani è stato eletto dall’assemblea legislativa, con 29 voti a favore su 40 presenti, cinque non votanti e sei schede bianche, dopo un’ondata di polemiche grilline e qualche pasticcio di maggioranza visto che alla fine c’è una scheda bianca di troppo. «Sono stato nominato per il rilancio dell’Ibc e non per la sua liquidazione — mette in chiaro l’ex sindaco di Forlì — Valuterò il capitale umano e le cose fatte: poi farò una serie di proposte alla giunta». Ma per quanto riguarda il direttore Alessandro Zucchini, auto- sospeso, Balzani non pare intenzionato a sostituirlo: «Gli parlerò e sentirò anche il parere della giunta». La nomina di Balzani è stata contestata dai 5 Stelle, che hanno accusato il Pd di fare «favori e accordi da vecchia politica», invece di cambiare rotta. «Sono passati tre anni dalle primarie — commenta Balzani — dal 2014 sono tornato a fare il mio mestiere a tempo pieno, mi sono dedicato alla ricerca: pensare che nella politica ci siano promesse esaudite a distanza di tre anni non mi sembra plausibile. La verità è che sono tornato utile a Bonaccini, credo per il mio profilo specifico, e sono contento di dargli una mano». Concetto ribadito dal governatore: «Se c’è una questione che non c’entra con questa nomina sono gli accordicchi interni al Pd: le primarie risalgono a due anni e mezzo fa e se proprio dovevamo regolare qualche conto l’avremmo fatto allora. Balzani della sobrietà ha fatto uno stile di governo del proprio territorio: credo che potrà fare bene il proprio dovere». Alla votazione, segreta, non ha partecipato la Lega. Mentre diversi interventi in aula da Si al Pdl, fino ai 5 Stelle, hanno chiesto le dimissioni anche del consiglio direttivo dell’Ibc.
(laRepubblica.it/Caterina Giusberti, 9 maggio 2017)