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09/10/2017

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Immagini shock dal CPR di Milano: proteste, violenze e tentativi di suicidio

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Rajae Bezzaz torna a indagare sulle condizioni disumane all'interno di molti CPR, dove vengono trattenuti gli stranieri non in regola con i documenti. In particolare, di quello di Milano, con immagini inedite realizzate con gli smartphone all'interno della struttura di via Corelli. Immagini che, pur mostrando solo un lato della medaglia, testimoniano una realtà di estremo disagio: continue proteste, l'ennesimo incendio, episodi di autolesionismo e anche tentativi di suicidio.

"Al CPR psicofarmaci in continuazione per tenerli tranquilli"

Continua l'inchiesta di Rajae Bezzaz sui Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR): dopo Palazzo San Gervasio (Potenza), l'inviata si occupa del CPR di Milano e parla con Ismail Maher, ex operatore in via Corelli: «Vedevamo ogni giorno ospiti a cui iniettavano psicofarmaci per un mal di testa, di pancia o un'influenza». Maher ha segnalato il problema al medico della struttura, che gli ha risposto: «Tanto sono animali».

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Rajae Bezzaz è a Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, in uno dei dieci CPR (Centri di permanenza per il rimpatrio) d'Italia. È difficilissimo entrarci o anche solo avere immagini di questi luoghi, che in teoria non sono prigioni: qui vengono identificati e rimpatriati gli immigrati irregolari. Striscia però è venuta in possesso di immagini e informazioni che suscitano molti interrogativi, e non può tacere.

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Aboubakar Soumahoro dice in tv che nessuno parla degli incendi nei ghetti, ma Rajae Bezzaz non fa altro da otto anni: a Striscia la notizia ha raccontato quelli di Boreano in Basilicata, nel gran ghetto di Rignano, a Rosarno, in Calabria, ancora a Rignano, e al ghetto dei bulgari vicino a Borgo Mezzanone. Poi, due anni dopo, a Rosarno, sull'isola di Lesbo, in Grecia, a Borgo Mezzanone. Onorevole, in questi anni non ha mai acceso la tv?

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Rajae Bezzaz è a Torino, in uno dei luoghi più multiculturali d'Italia, per indagare sui tanti modi diversi in cui Capodanno si festeggia nelle varie culture che convivono oggi nel nostro Paese: scopriamo così che anche per i cinesi d'Italia esiste un doppio Capodanno e che - attenzione! - il 2023 sarà l'anno della tigre. I marocchini salutano il 1444 e non il 2023. E i bengalesi ballano tanto, ma poi si riposano anche per due giorni.

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«Dovreste ringraziarmi che mi sono messo in mezzo, ho evitato una strage». È così che un dipendente (da oltre 40 anni) dell'Agenzia delle Entrate di Roma 6 (Eur Torrino) parla del barista-aggressore che aveva minacciato di "prendere un coltello e ammazzare" Jimmy Ghione e il suo cameraman. L'inviato è tornato sul luogo del misfatto per vendere (per finta) caffè "nero" e stampare fotocopie in bianco e "nero" ai dipendenti in entrata.

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