Se non portavano almeno 2.500 euro venivano picchiate. «Nel gruppo non esistevano vittime innocenti, ma nemmeno c’era spazio per la pietà e per lasciare loro libertà: chi non portava abbastanza denaro subiva la stessa violenza che il sistema infliggeva alle sue “prede”» scrive oggi Giorgia Zanierato su Il Gazzettino a proposito dell’inchiesta che ha portato a 23 misure cautelari. Tutto questo accade alla fine dell’indagine, coordinata dalla Procura di Venezia e condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri, che ha smantellato un gruppo criminale in azione tra i bus, i treni e le stazioni ferroviarie del capoluogo veneto e di Mestre.
Una rete in grado di raccogliere 50mila euro attraverso 32 furti. Venivano presi di mira anche anziani e persone con disabilità. Gli investigatori hanno determinato che anche nel gruppo – composto da 23 persone, tre uomini e venti donne di nazionalità bosniaca e croata – la violenza era la regola nei confronti delle pedine più deboli: bambine e donne incinte.
Due giovanissime borseggiatrici minacciavano di sfregiare le altre con un coltello se non avessero raggiunto la cifra chiesta.
Della violenza tra le calli della Laguna Striscia si è occupata spesso, ad esempio il 28 novembre quando Moreno Morello intervistò il signor Evasio. L’ottantenne raccontò a Striscia di essere stato aggredito dalle ladre che lui stesso tentò di fermare, proprio a Venezia.
Ad aprile di quest’anno Valerio Staffelli documenta come a Venezia la situazione stia peggiorando: alle ladre si aggiungono anche complici di sesso maschile molto violenti. Viene anche intercettato l’uomo che tempo fa aveva aggredito LadyPickpocket, una donna che lotta contro i borseggiatori cercando di arginare il fenomeno.
E compaiono altri furbetti che non la prendono benissimo…
