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ChatGPT: in Italia (al momento) è fuorilegge

ChatGPT: in Italia (al momento) è fuorilegge

ChatGPT: in Italia (al momento) è fuorilegge

La più nota piattaforma di intelligenza artificiale è stata temporaneamente sospesa dal Garante della Privacy. Ora rischia una multa fino a 20 milioni di euro.

In Italia è stata temporaneamente sospesa ChatGPT, la più nota piattaforma di intelligenza artificiale (IA) che simula ed elabora testi scritti. Lo ha stabilito il Garante per la protezione dei dati personali, che ha deciso di bloccare il modello di chatbot finché non verrà trovata una soluzione per tutelare la privacy di chi lo utilizza. Nel frattempo, per OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato il software, è stata disposta una limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani. Striscia la notizia si è spesso occupata di indagare le criticità connesse all’intelligenza artificiale. Come in questo servizio in cui Marco Camisani Calzolari ci parla di Clearview AI, un’azienda americana produttrice di un software di riconoscimento facciale che a sua volta è finita nei guai con il Garante della Privacy e ha dovuto pagare una multa salata.

ChatGPT è stata sospesa in Italia per tre motivi

Sono tre le ragioni per cui ChatGPT è stata bloccata. Intanto, in tema di privacy non esiste un’informativa rivolta agli utenti, i cui dati vengono raccolti da OpenAI. Poi manca una base giuridica che giustifichi l’acquisizione e la conservazione delle informazioni personali, che servono per istruire gli algoritmi che permettono il funzionamento del servizio. Infine solo i maggiori di 13 anni possono utilizzare il software, ma l’Autorità ha rilevato la mancanza di uno strumento per il controllo dell’età degli utenti.

OpenAI ora rischia una multa di 20 milioni di euro

La sospensione del famoso chatterbot (software ideato per simulare una conversazione con un essere umano) non è definitiva. Entro 20 giorni dalla fine di marzo OpenAI deve comunicare le misure che ha messo in atto per ovviare ai problemi evidenziati dal Garante, in caso contrario rischia una sanzione che può arrivare fino a 20 milioni di euro e che corrisponde a circa il 4% del suo fatturato annuo in tutto il mondo.

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