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Covid, il governo inglese voleva sterminare tutti i gatti domestici

Covid, il governo inglese voleva sterminare tutti i gatti domestici

Covid, il governo inglese voleva sterminare tutti i gatti domestici

«All'inizio della pandemia pensavamo di doverli abbattere perché possibile veicolo di contagio», la clamorosa confessione dell'ex vice ministro della Salute britannico.

Se sui giornali italiani il Covid-19 è tornato in primo piano per la chiusura dell’indagine sulla gestione della prima ondata da parte della procura di Bergamo, su quelli inglesi la pandemia è tornata protagonista a causa della pubblicazione di decine di migliaia di messaggi WhatsApp scambiati tra i vertici governativi e sanitari nazionali. Con relativi commenti e retroscena. Come il piano di abbattimento di tutti i gatti domestici. Una misura che, come ha spiegato a Channel 4 News l’allora vice ministro della Salute, Lord Bethell, è stata presa in considerazione solo nel periodo iniziale e più drammatico del Covid-19, quando ancora non si sapeva come il virus fosse in grado di diffondersi, spinti dal timore che i felini potessero fare da vettore all’infezione. Timore che successive indagini hanno dimostrato essere infondate. Anzi. Sono stati documentati casi in cui sono state le persone a contagiare gli animali. 

I cittadini inglesi si sarebbero ribellati allo sterminio dei gatti per il Covid-19

«Riuscite a immaginare cosa sarebbe successo se avessimo deciso di farlo?», ha detto Bethell. Basti pensare che secondo un report aggiornato al 2022 in Gran Bretagna ci sono quasi undici milioni di gatti. I cui proprietari si sono riversati sui social per commentare la rivelazione dell’ex vice ministro postando la foto dei loro animali domestici e commenti in cui giurano che si sarebbero opposti al provvedimento. Tra i tweet anche quello al vetriolo dell’account parodia di Larry, il felino del 10 di Downing street, la residenza del Primo Ministro inglese: «Difficile non prenderla sul personale».

Cina e Danimarca tra i Paesi che hanno deciso di abbattere gli animali

Il Gran Bretagna non è l’unico Paese in cui gli animali sono finiti nel mirino dei governi nel tentativo di contenere il Covid-19. Hong Kong ha, per esempio, soppresso circa duemila criceti dopo che erano risultati positivi al virus nelle settimane precedenti. A novembre 2020 la Danimarca ha abbattuto 17 milioni di visoni per timore che una mutazione dell’infezione potesse essere trasmessa all’uomo. Una decisione che, risultata priva di giustificazione legale, ha spinto la ministra di Stato Mette Frederiksen a indire elezioni anticipate dopo che un membro della sua coalizione di governo ha minacciato di ritirare il proprio sostegno all’Esecutivo a causa della controversia.

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