Due bengalesi, poco più che trent’anni uno e l’altro poco più di venti, sono stati sottoposti a stato di fermo – convalidato anche dal gip – con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di tortura, sequestro di persona a scopo di estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Uno è stato fermato ad Agrigento, l’altro a Gorizia (dove nel frattempo era stato trasferito).
L’operazione della Squadra Mobile e le condizioni degli hotspot
I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento sono arrivati a identificare i due dopo aver sentito dei bengalesi che, nonostante avessero trovato all’hotspot i loro vessatori, sono riusciti a raccontare quanto avevano vissuto.
Dall’inchiesta, coordinata dalla Dda di Palermo, è emerso che in bengalesi arrivavano a pagare fino a 10mila euro per il viaggio dal Bangladesh.
Pare stiano cambiando i flussi migratori – a Lampedusa non arrivano soltanto libici o egiziani, ma anche uomini e donne bengalesi – e così mutano anche le nazionalità degli aguzzini nei campi di detenzione. Sempre la Squadra Mobile di Agrigento è riuscita a rinvenire che: i proprietari dei campi di dentizione si affidano a connazionali di chi è in fuga, per far sì che venga garantita la vigilanza e per portare a termine le estorsioni di denaro, naturalmente pattuite prima della partenza. Questi campi di detezione riescono a contenere anche 2500 persone, tutte ammassate.
Le torture e la prigionia affinché saldassero il conto
All’hotspot di Lampedusa i due erano arrivati a fine settembre. Stavano su un barcone differente rispetto a quello dove erano stati imbarcati i connazionali; i quali, secondo le inchieste, erano stati tenuti prigionieri e torturati in modo che pagassero o saldassero le somme stabilite all’inizio del viaggio dal Bangladesh.
La tratta di esseri umani, purtroppo, non è un argomento nuovo al pubblico di Striscia. La nostra Rajae, allo scoppio della guerra in Ucraina, aveva documentato come al confine con la Polonia c’era chi si approfittava della situazione per agire nell’ombra e alimentare la tratta.
La tratta di essere umani purtroppo è un fenomeno che si è spostato anche online, i criminali ora si sono trasferiti sui social o sulle app di dating come ci aveva raccontato il nostro Marco Camisani Calzolari.