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Milano, borseggiatori e le loro nuove tecniche

Milano, borseggiatori e le loro nuove tecniche

Milano, borseggiatori e le loro nuove tecniche

Il fenomeno dei borseggi e dei furti in metropolitana non è una novità, né un fatto tipicamente milanese; la percezione della sicurezza nelle stazioni, nei vagoni è sempre più bassa. I reati proseguono a passo spedito e Valerio Staffelli torna ad occuparsi del caso nelle metropolitane del centro di Milano.
Da alcune segnalazioni però emerge che ci sono nuove tecniche nei borseggi e che non ci sono solamente “le signorine dalla mano lesta”, ma anche degli uomini che sono stati pizzicati a frugare nelle tasche dei turisti, coprendosi la mano con la felpa e sfilando telefoni o portafogli. Una ragazza racconta che, dentro un locale, una di queste signore con un neonato in braccio appoggia sul tavolo un biglietto con una richiesta di elemosina e nel riprenderlo porta via il telefono. Non solo metropolitane, quindi, ma anche bar e ristoranti possono fare da sfondo ai furti.
Un’altra tecnica consiste nel cercare di distrarre i passeggeri dei mezzi pubblici chiedendo informazioni e nel frattempo tentare il furto; c’è poi la strategia delle sentinelle ovvero delle “colleghe” delle borseggiatrici, che chiedono l’elemosina nelle banchine della metropolitana alle persone che secondo loro possono essere delle potenziali vittime; così facendo le complici individuano i passeggeri da derubare.
Le stesse sentinelle hanno poi il compito di avvisare della presenza delle forze dell’ordine o della troupe di Striscia, e appena vengono notate reagiscono in maniera violenta, scagliandosi anche fisicamente contro il nostro Staffelli e le ragazze deterrente.


Dopo vari servizi serve sottolineare che le signore continuano a rubare indisturbate e anche se vengono fermate dalla polizia e arrestate, dopo qualche ora vengono rilasciate perché incinta; la Procura di Milano ha, infatti, emesso due circolari dove si chiede alle forze dell’ordine di sospendere la condanna definitiva a donne in stato di gravidanza; nel resto d’Italia invece finiscono in carcere in attesa della decisione del magistrato.

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