I 35 anni del Tg satirico (e i 40 di Drive In). Giambruno, la televisione, i deepfake, le inchieste che fanno "tremare i palazzi". Chiacchierata con l'ideatore di Striscia la notizia.
Da Il Foglio del 21 ottobre 2023, un estratto dell’intervista ad Antonio Ricci di Andrea Minuz.
Per festeggiare i suoi trentacinque anni, Striscia la notizia si regala un fuorionda che spazza via anche Hamas e Israele dalle prime pagine dei giornali (e forse anche lì si potrebbe risolvere tutto con due o tre fuorionda fatti bene, chissà). Gli americani hanno il Watergate, “gola profonda”, All the President’s Man. Noi abbiamo Striscia. E nel bene o nel male le inchieste che “fanno tremare i palazzi” o le mura di casa di un Presidente del Consiglio qui hanno sempre la silhouette del Gabibbo, la voce della veggenza. Che televisivamente tradotto significa: arrivarci prima degli altri. Di fronte alla creatura di Antonio Ricci nessuno può dirsi innocente. Non è questione di arte cospirativa, di ricatti, truffalderie, dossieraggi, ma di sintonia, empatia e piena complicità con il paese. E così il fuorionda tricologico, squalliduccio e piacione di Giambruno è anche, prima ancora che terremoto politico, “sogno delle italiane”: liberarsi di un gran fanfarone dentro casa, incassando una standing ovation, come nel finale di Ufficiale e gentiluomo ma senza Richard Gere (e qui poi anche consenso nei sondaggi, identificazione maxima, transpolitica, transpartitica). In quante insomma vorrebbero liberarsi del proprio Giambruno! Manderanno tutte una mail alla redazione di Striscia: vi prego levatemelo dalle palle anche a me. Tutti ora cercano Antonio Ricci. La legge di Striscia non perdona. Ma dei suoi colpi da maestro lui non parla. Del resto, Striscia è diventato Striscia dopo lo scoop di Sanremo ’90. Conduttori: Johnny Dorelli e Gabriella Carlucci. Il Tg di Ricci svelò il podio prima della serata finale (i Pooh, Toto Cutugno, Minghi-Mietta con Trottolino amoroso, e anche Masini, vincitore di Sanremo giovani). Fu la svolta. Il pubblico da lì iniziò a fidarsi più di Striscia che di tutto il resto. La credibilità in questo paese si gioca su Sanremo. Ma Antonio Ricci non svelerà mai, nemmeno sotto tortura, come ha avuto la soffiata. Lo so già, e infatti non glielo chiederò. «Non c’è un gran disordine, c’è un discreto ordine», mi dice facendomi entrare nel suo ufficio, nel cuore degli studi Mediaset, a Cologno, negli hangar di Striscia la notizia.