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Vittoria Ricci, l’intervista a Gardenia: fiori e tapiri per il bouquet di Carnevale
Gardenia

Vittoria Ricci, l’intervista a Gardenia: fiori e tapiri per il bouquet di Carnevale

Vittoria Ricci, l’intervista a Gardenia: fiori e tapiri per il bouquet di Carnevale

Loro consegnano tapiri, noi abbiamo consegnato un mazzo di fiori. Per celebrare febbraio, mese del Carnevale e di quella grande festa nazionale che è il Festival della Canzone Italiana di Sanremo, abbiamo chiesto alla nostra flower designer Michela Pozzato di preparare un variopinto maxi bouquet con cui abbiamo omaggiato Striscia la Notizia, la trasmissione satirica di informazione di Canale 5 ideata da Antonio Ricci, che da sempre osserva il Festival con occhio critico e irriverente.

Vittoria Ricci con il bouquet creato da Michela Pozzato
Vittoria Ricci con il bouquet creato da Michela Pozzato


E che ha fatto dell’ironia e del rovesciamento carnevalesco la chiave di lettura del presente. Così, mentre sul palco dell’Ariston Carlo Conti consegnerà a cantanti e ospiti i bouquet preparati con i fiori di Sanremo, noi siamo andati nei coloratissimi studi di Cologno Monzese (Milano) a offrire il nostro mazzo a Vittoria Ricci, figlia di Antonio, che si definisce la tuttofare del programma, ma che ne è diventata robusto motore. 

Vittoria ci accoglie sul finto prato dipinto dove un tempo c’era il parcheggio e dove oggi il pubblico aspetta prima di entrare, attraverso la bocca del Gabibbo, nel Museo di Striscia e nello studio dove si registra la trasmissione. Nel grigiore generale, la palazzina di Striscia, trasformata in un tendone da circo su cui si arrampicano i Gabibbi, è un’iniezione di buonumore. Al centro del finto prato troneggia una enorme “merdina”, che non evoca il verso di De André “dal letame nascono i fior” ma è uno dei tanti “superpoteri” dell’inviato di Striscia Vittorio Brumotti, che la piazza sulle auto di quelli che parcheggiano sul posto disabili. «Per noi è importante fare intrattenimento mentre facciamo informazione», spiega Vittoria. «Per questo, qui a Cologno, ho immaginato il circo: serve a ricordarci che il gioco è fondamentale». Striscia la Notizia e Vittoria sono quasi gemelle, nate entrambe nel 1988. «Il museo nasce per volontà di mio papà, per testimoniare l’importanza di una trasmissione satirica così longeva, quest’anno alla 37a edizione. Nessuno credeva in questo progetto, così me ne sono occupata io». Curiosa e golosa di vita, Vittoria Ricci ama tutto quello che è natura e giardini.

Il materiale scenico irriverente utilizzato per le registrazioni di Striscia la notizia

Da piccola hai frequentato Libereso Guglielmi, il giardiniere di casa Calvino. Che cosa ti ha lasciato?

«Ho avuto la fortuna di crescere con genitori da sempre appassionati di giardini, che spesso visitavamo accompagnati da Libereso. Lui mi ha fatto provare il gusto del giardino: con semplicità staccava un petalo e me lo faceva assaggiare. Mi ha anche insegnato a iniziare sempre dalle cose più difficili, perché poi il resto sembrerà più facile. Ho anche la fortuna di poter godere di Villa della Pergola, il giardino di Alassio salvato dai miei genitori con grandi sacrifici e restaurato con l’architetto Paolo Pejrone. Il loro impegno, la voglia di mettersi in gioco, per ampliare costantemente questo progetto è il loro modo di vivere la vita al massimo. E io gliene sono grata». 

Vittoria Ricci da bambina con Libereso Guglielmi (1925-2016), il giardiniere di Italo Calvino


Qual è il tuo rapporto con i fiori?

«Di assoluta necessità! Lavorando in un ambiente artificiale, quando poi vivo quello che rimane della mia vita, ci tengo ad avere intorno a me fiori freschi. Quando riesco a godermi casa mia, in assoluto relax, scendo e vado a comprarmi una bella composizione nel vicino negozio Fiori di Michela Pozzato, che so che mi godrò per tutto il weekend. Mi piace come Michela usa i colori, vivaci ma mai volgari, e la delicatezza delle sue creazioni, raffinate, mai troppo piene. Durante la settimana di Sanremo ci tengo ad avere sempre una sua composizione sul tavolo».

Nel colorato bouquet: rossi anemoni, gloriose porpora e arancio


Fra poco inizia il Festival di Sanremo. Che legame hai con la città e il Festival?

«Da ligure sono molto legata alla mia terra, anche se è molto difficoltosa. Come diceva Italo Calvino, ci sono i liguri attaccati alla propria terra come una patella allo scoglio e quelli che si sentono cittadini del mondo. Io faccio parte della seconda categoria, poi però sento sempre la necessità di tornare a casa a vedere il mare e gli amici, quelli di sempre, in Liguria. Il Festival richiede un impegno triplo di lavoro ma è anche molto divertente. Nessuno lotta contro la corazzata televisiva di Sanremo, noi siamo gli unici a rimanere in trincea». 

Vittoria Ricci con il Gabibbo di mattoncini Lego


Quest’anno cosa ti aspetti?
«Sarà divertente non tanto per la conduzione quanto per i concorrenti: non vedo l’ora di mettere nel tritacarne Fedez e Tony Effe. Li aspetto al varco. Hanno già dato tanto di quel materiale che potrebbero anche non fare Sanremo».

Vittoria Ricci con Roberto Lipari e Sergio Friscia

Ma tu che fiore ti senti? 

«Io mi sento un ranuncolo. Ligure, assolutamente. Bello corposo, un fiore che sembra delicato ma è molto resistente. Ma se fossi una pianta sarei un Myrtillocactus. Innanzitutto perché è una pianta grassa — e io sono curvy —, perché è rara e ha bisogno di poca attenzione. E poi perché ha le spine, ma fa i frutti rossi dentro come il Gabibbo». 

Al posto del rossetto, il rosso dei petali: Vittoria Ricci con Anemone Mistral Plus Fuego

Le foto sono di Matteo Carassale

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