Antonio Ricci è «il Maestro»: questo è il titolo del premio legato al Concorso letterario nazionale Bere il Territorio che sabato 28 settembre 2024 è andato al papà di Striscia la notizia, Paperissima, Drive In – nonché autore, tra gli altri, dei libri Striscia la tivù e Me Tapiro – al castello di Grinzane Cavour in Piemonte. Nella Sala delle Maschere Ricci ha ottenuto un riconoscimento che è stato istituito «con l’idea di premiare importanti figure della cultura italiana che possano essere di riferimento per i più giovani o testimoni di un particolare rapporto con l’identità dei luoghi e della civiltà materiale che li caratterizza».
Nel corso della 23esima edizione del concorso che ha come sottotitolo Raccontare il vino attraverso un viaggio – Racconto, ricerca, sostenibilità e che è promosso dall’associazione Go Wine in occasione del Vinitaly 2024, Ricci è stato premiato «non solo per il suo liberissimo, ilare, spesso corrosivo impegno con Mediaset» ma soprattutto «per aver salvato dalla speculazione edilizia e al massimo grado di bellezza» il sito architettonico–naturalistico di Villa della Pergola. «Pensavo di dover parlare di Giambruno e Sangiuliano!» ha scherzato l’autore e sceneggiatore nativo di Albenga, manifestando il piacere di poter discutere del progetto realizzato ad Alassio e sottolineando il ruolo decisivo avuto dalla moglie Silvia Arnaud.
Villa della Pergola salvata dalla speculazione edilizia
Marito e moglie, laureati in storia dell’arte, sono infatti entrambi esperti di conservazione dei beni culturali e artistici e sono «ambientalisti convinti». Quindi quando nel 2006 quell’operazione – che aveva il potenziale di stravolgere identità e cultura del paesaggio di Alassio – stava per compiersi, a poca distanza da casa loro, non poterono restare fermi. «Non potevamo chiudere gli occhi, non ci saremmo mai perdonati per tutta la vita se si fosse compiuto questo scempio» ha spiegato Ricci. «Non era l’ultimo, non è niente di strano: in Liguria è accaduto ovunque, tutte le volte succede così». Villa della Pergola era una delle due ultime testimonianze di architettura, cultura e paesaggismo inglese che resisteva in Liguria.
Ricci ha raccontato ai presenti i vari passaggi del suo impegno per il territorio, a partire dalla donazione del Fondo Levi messo a disposizione del Comune e della Pinacoteca di Alassio e della collaborazione con il Fai: grazie a questo vennero esposte al pubblico le agende di Carlo Levi e i nipoti dello scrittore e pittore antifascista, nato a Torino nel 1902, iniziarono a mostrare i carrubi, le altre piante e i luoghi in cui dipingeva lo zio a visitatori e studenti.
«Eravamo in quel periodo nel pieno della bolla speculativa. Qualcuno si accorse anche di Villa della Pergola, in fallimento, da cui a piedi si arrivava al mare in un batter d’occhio. Il complesso andò all’asta: i più grossi immobiliaristi d’Italia erano interessati. Non c’era nessun vincolo sulla costruzione». Così, «col sangue», i Ricci facendo una proposta «fuori mercato» vinsero l’asta. «Ci siamo mossi con impeto e cuore»: in questo modo l’ideatore di Striscia la notizia ha descritto l’apertura del resort con l’obiettivo di «riuscire a compensare le spese di gestione del parco» poi premiato nel 2022 come «il più bello d’Italia».
Per la salvaguardia di tutto questo, dal rifacimento dei muretti a secco alla scelta delle collezioni di piante, la famiglia si affidò al paesaggista Paolo Pejrone e dopo sei anni si arrivò all’inaugurazione del parco, che oggi vanta fioriture tutto l’anno, tra lo splendore dei glicini e degli agapanti. In quell’occasione erano presenti l’ambasciatore inglese e tutte le famiglie proprietarie di Villa della Pergola nei decenni precedenti, compresi i McMurdo e i Dalrymple rappresentati dal cugino di Virginia Woolf!
«Fu un grande lavoro di rammendo con il territorio» che portò anche all’apertura di un museo che ospita «una pinacoteca unica per i vedutisti del Ponente ligure tra Ottocento e primo Novecento».
Villa Levi, Renzo Piano e l’«Orto Rampante» come omaggio a Calvino
Da qui la voglia di conservare i patrimoni di storia e cultura del territorio non si è placata: Antonio Ricci e Silvia Arnaud hanno così acquistato anche Villa Levi destinata alle cure dell’architetto Renzo Piano, con l’obiettivo di realizzare tre serre, una delle quali didattica, tra chilometri e chilometri di muretti a secco. Nascerà in quel luogo l’«Orto Rampante: si chiamerà così in ricordo delle frequentazioni di Italo Calvino, che andava in quella casa a farsi fare il ritratto».
Al Castello di Grinzane Cavour sono stati premiati anche la ricercatrice in campo vitivinicolo Anna Schneider, l’Accademia della Vigna – progetto radicato sul territorio di Alba, Langhe e Roero e promosso dall’Impresa Sociale WeCo, che si impegna nella formazione delle persone e contro lo sfruttamento del lavoro – le cantine La Raia-Gavi di Novi Ligure e Ricci Curbastro in Franciacorta.
Nella sezione generale è risultato vincitore Ciro Lubrano, con il racconto «Aglianichello o Per e’ Palummo». Il riconoscimento a una pubblicazione che abbia come tema il vino, o che riservi al vino una speciale attenzione, è andato a Saveria Sesto per il libro «Zibibbo di Calabria, storie di uomini e di donne». Antonio Ricci – che si è definito «più Robin Hood che Robinson Crusoe» rispondendo alle domande – ha colto questo spunto al volo dicendo. «E poi», dopo tutto l’impegno per il territorio, «faccio Striscia la notizia! Non ho lo Zibibbo ma ho il Gabibbo. E però penso che entrambi abbiano un’origine araba». Il secondo nome «deriva da habib: a Genova nel porto gli stranieri erano chiamati Gabibbi. Un termine spregiativo che ho capovolto, facendo diventare l’eroe dei genovesi il Gabibbo!».
Il tg satirico, i telegiornali ufficiali e l’altra visione
Striscia la Notizia è «una provocazione. Va contro i telegiornali ufficiali. Ti dà un’altra visione di quello che solitamente vogliono farti vedere. E la stessa cosa è stata la provocazione di Villa della Pergola: è possibile – questa è stata la nostra scommessa – fare un’altra cosa che non sia costruire le casette?» ha detto riferendosi all’ipotesi di speculazione da 32 nuove unità abitative spuntata nel 2006 e bloccata.
La chiacchierata su paesaggio, arte e televisione è continuata citando la manifestazione Ottobre De André, in svolgimento ad Albenga. E sul piano dell’impegno sociale val la pena sottolineare che i proventi del premio «il Maestro» andranno all’associazione di don Luigi Ciotti e che molti biglietti del festival di Albenga, dedicato al cantautore, vengono riservati all’associazione di don Agostino Gallo. Durante la giornata conclusiva di Bere il territorio si è parlato anche della battaglia che evitò la realizzazione nel piccolo centro storico di Albenga di quattro grattacieli alti 80 metri, il doppio delle storiche torri della cittadina. Da quel primo risultato che portò al premio Fionda di Legno tributato dai Fieui de Caruggi per la prima volta proprio a Ricci «si è rivitalizzato il centro. Ognuno ha preso coscienza: adesso fan casino a tutte le ore ma è meglio così. Il centro è diventato vivo e attira turisti. Grazie a una speculazione mancata!».
La conversazione nel castello di Grinzane Cavour è stata stimolata dalle domande di alcuni componenti della Giuria, formata dal professor Valter Boggione, dal giornalista Bruno Quaranta (La Stampa, la Repubblica), da Massimo Corrado presidente dell’associazione Go Wine, dal professor Gianluigi Beccaria (dell’Università di Torino come Boggione) e dalla scrittrice Margherita Oggero.
Il riconoscimento de «Il Maestro» è stato nelle precedenti edizioni attribuito a Luigi Meneghello, Niccolò Ammaniti, Claudio Magris, Lorenzo Mondo e Gianmaria Testa, Sebastiano Vassalli, Dacia Maraini, Alberto Arbasino, Enzo Bettiza, Franco Loi, Francesco Guccini, Pupi Avati, Raffaele La Capria, Gustavo Zagrebelsky, Maurizio Maggiani, Luciano Canfora, Marcello Fois, Maurizio Molinari, Paolo Pejrone, Tullio Pericoli e Ugo Nespolo.