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Canone Rai, altro che tablet e smartphone: all’appello mancano 15 milioni di euro

Canone Rai, altro che tablet e smartphone: all’appello mancano 15 milioni di euro

Canone Rai, altro che tablet e smartphone: all’appello mancano 15 milioni di euro

Stasera a Striscia la notizia (Canale 5, ore 20.35) torna la rubrica “Rai Scoglio 24” dedicata agli sprechi della tv di Stato. L’ad Rai Carlo Fuortes ha dichiarato che il canone è incongruo: in Italia si paga troppo poco. Proposta: chiedere il canone anche a chi guarda la tivù su smartphone e tablet.

Ma, si chiede l’inviato Pinuccio, iniziare a recuperare quei 15 milioni di euro, in parte già nelle casse delle compagnie elettriche, no?

Molti italiani pagano il canone in bolletta. Spesso però questi soldi restano bloccati nelle casse delle società elettriche, che ci guadagnano pure sugli interessi. Così, alla Rai devono ancora arrivare 15 milioni di euro, tra quelli di chi non paga proprio e quelli invece già versati dai contribuenti ma non ancora girati alla tv di Stato.
Come, del resto, aveva già ribadito l’ex direttore canone e beni artistici della tv pubblica Nicola Sinisi nell’audizione in Vigilanza del 22 giugno 2021: «Se la Rai non guarda alle aziende elettriche commette un errore micidiale. Parliamo di cifre importanti in cui i ritardi di riversamento sono sistemici».

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