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Falsi braccianti per indennità Inps, tre arresti

Falsi braccianti per indennità Inps, tre arresti

Falsi braccianti per indennità Inps, tre arresti

Tre persone sarebbero riuscite a truffare l’Inps per almeno un milione di euro ottenendo in maniera illegittima indennità a sostegno del reddito – disoccupazione agricola, malattia, maternità, Covid–19 – dichiarando la falsa assunzione di lavoratori agricoli.
 

Immigrazione irregolare e indennità: le indagini della Procura di Lecce 

Il gip ha disposto per tre persone gli arresti domiciliari: si tratta del rappresentante legale/prestanome, l’imprenditore di fatto e il socio fondatore della società agricola.

L’accusa è di concorso in truffa ai danni dello Stato e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Oltre alle tre persone in stato di fermo, altre cinque persone sono indagate per gli stessi reati: un commercialista, un consulente del lavoro, il titolare di un’Associazione Onlus e due proprietari terrieri che avevano dato in comodato gratuito i propri possedimenti alla Cooperativa agricola.

Dalle indagini è emerso che la Cooperativa “gestiva” ventidue migranti irregolari.

La Procura di Lecce ha eseguito delle ispezioni, perquisizioni, sequestri e verifiche fiscali; così facendo l’inchiesta ha permesso di richiedere l’emissione di 159 decreti penali di condanna nei confronti dei falsi braccianti che hanno ottenuto in maniera illecita l’indennità.

Da febbraio 2017 a dicembre 2020 sono state denunciate 37.432 giornate agricole fittizie. I soggetti – finti braccianti interessati sono 259, di cui 22 cittadini extracomunitari privi di un regolare permesso di soggiorno.
 

Non solo finti braccianti, ma anche finti marittimi per le indennità 

La questione dell’indennità è sempre un tema scottante: Luca Abete aveva scoperto che l’Inps di Castellamare di Stabia era stato preso d’assalto da operatori marittimi che reclamavano l’indennità di malattia; richieste che venivano rifiutate perché, ogni anno, ne arrivavano oltre 30mila lasciando pensare che si trattasse di furbetti del certificato medico.


Il nostro inviato per capirne di più era andato a curiosare anche negli uffici del Servizio Assistenza Sanitaria dei naviganti di Napoli.

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