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Auto scontate mai consegnate: condannati, ora i risarcimenti

Auto scontate mai consegnate: condannati, ora i risarcimenti

Auto scontate mai consegnate: condannati, ora i risarcimenti

Finisce così (salvo ricorsi) una storia che Striscia la notizia racconta a partire dal 2018: tre anni, cinque mesi e 20 giorni per i fratelli Giuseppe e Mauro Antonini, titolari dell’autosalone di Varedo (Monza Brianza). Riconosciuti danni per 700 mila euro.

Arriva la sentenza per la presunta maxitruffa sulle vetture pagate e mai consegnate. I fratelli Antonini dell’autosalone di Varedo sono stati condannati a quasi tre anni e mezzo (in continuazione e in aggiunta alla precedente condanna di tre anni per bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita). Ne dà notizia oggi, 18 aprile 2023, il quotidiano Il Giorno nell’edizione Monza Brianza. Le auto venivano vendute a prezzi di mercato ma ai clienti veniva proposto di applicare adesivi pubblicitari sulle vetture in cambio di uno sconto. Un ragionamento che aveva spinto circa 150 persone ad acquistare un veicolo all’autosalone di Varedo. Una volta che il saldo arrivava sui conti correnti della concessionaria, però, i tempi per il ritiro dell’auto iniziavano ad allungarsi troppo fino ad arrivare al fallimento. Nel frattempo, ai clienti che andavano a lamentarsi veniva proposto un bonifico a rimborso delle somme versate, che però a sua volta non sarebbe mai arrivato.

Lo scandalo delle «auto fantasma» dei fratelli Antonini

Le indagini dei militari della Guardia di Finanza di Seveso sono iniziate alla fine del 2017 a seguito del fallimento della World Car srl, nata sulle ceneri dello storico «Autosalone Antonini». I finanzieri avevano evidenziato una serie di «condotte distrattive» attuate nella gestione dell’autosalone. Attorno al concessionario multimarca Antonini, peraltro, si erano già sollevate molte accuse dopo le proteste a Striscia di alcuni clienti. In aula, si sono costituiti parti civili in circa sessanta, per i quali ora iniziano le procedure di rimborso. I due fratelli, secondo le accuse, avevano distratto la somma di circa 400 mila euro. «Nessuna truffa perché alcune auto sono state regolarmente consegnate ai clienti ed erano in corso i contratti pubblicitari, ma poi tutto è stato messo in difficoltà dai problemi economici che hanno alla fine portato al fallimento della società», sostengono i fratelli Antonini attraverso i loro avvocati difensori, pronti ad andare contro la condanna.

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