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Integratori e vendite piramidali: 13 indagati

Integratori e vendite piramidali: 13 indagati

Integratori e vendite piramidali: 13 indagati

La Guardia di Finanza di Rimini ha smantellato un sistema di vendite piramidali di integratori alimentari.

7 milioni e 300 mila euro sono stati sequestrati all’azienda che ha violato le norme italiane e tredici persone sono state indagate. Tra queste compaiano due sammarinesi, un romano, un foggiano e nove residenti tra Romagna e Marche.

Le indagini da parte della GDF erano partite nel 2015, dopo aver ricevuto alcune segnalazioni. A Rimini, sono stati individuati i vertici dell’azienda che ha però sede legale a Milano e si appoggia ad una multinazionale statunitense.

Diecimila sarebbero le persone cadute nella truffa: molte di loro avrebbero scelto di lasciare il loro precedente lavoro, convinte di poter inseguire la chimera di un guadagno facile e veloce, certi che le promesse che gli venivano propinate dalla società fossero vere.

L’azienda di cui stiamo parlando non è sconosciuta ai telespettatori di Striscia la Notizia che, grazie al servizio di Chiara Squaglia andato in onda nel giugno del 2020, avevano imparato a conoscerne i meccanismi illegali.
Nel servizio infatti, veniva mostrato come l’azienda in questione, oltre a promettere il ritorno ad una perfetta forma fisica, assicurasse al cliente anche un ritorno economico.

Il reclutamento avveniva con il classico schema piramidale che prevede tre step: cercare tre clienti che consumino mensilmente il prodotto, farli diventare promoter e insegnare a questi ultimi il lavoro che avrebbero dovuto svolgere, ovvero quello di cercare a loro volta altri clienti. Moltissimi erano gli ambassador pronti a testimoniare a favore di questo meccanismo in eventi estremamente emozionali che venivano frequentemente organizzati. Anche molti medici erano diventati veri e propri sponsor dei loro integratori alimentari.

Chiara Squaglia aveva poi intervistato ex collaboratori che avevano parlato delle loro esperienze, tutte diverse ma aventi in comune un investimento in denaro. Basti pensare che soltanto le quote di adesione a questo sistema oscillavano tra i 500 e i mille euro a persona.


In una intervista rilasciata all’ANSA, il colonnello Alessandro Coscarelli, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Rimani, ha aggiunto molti dettagli sulla vendita piramidale, conosciuta anche come catena di S. Antonio o schema Ponzi precisando che: “non è una tipologia di distribuzione, ma un meccanismo per vendere una posizione all’interno della struttura stessa. Il sistema quindi ingenera false speranze di guadagno in coloro che entrano nella struttura di vendita.”.

Sui mezzi di diffusione di questa specifica pratica Coscarelli ha precisato come: “i principali sono il passaparola, la rete familiare e amicale nonchè i social network. Il risultato di oggi si colloca nell’azione sociale svolta dal corpo a tutela di vittime inconsapevoli di sistemi che inquinano la correttezza e la trasparenza dei mercati”.

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