News

Eva Robin’s mercante di schiave: il corpo delle donne all’Araba Fenice (1988)

Eva Robin’s mercante di schiave: il corpo delle donne all’Araba Fenice (1988)

Eva Robin’s mercante di schiave: il corpo delle donne all’Araba Fenice (1988)

Corpi femminili come merce? Niente di nuovo: già 35 anni fa il programma di Antonio Ricci faceva satira sull’uso commerciale delle belle ragazze.

Eva Robin’s, la prima transgender della tv italiana, vende corpi femminili a L’Araba Fenice, il programma del 1988 nato dalle ceneri di Matrjoska, il quale a sua volta nasceva da Lupo solitario e da Drive In. Un gran pezzo di satira feroce, in cui in vendita c’è «carne umana, tutta roba di prima scelta».
La merce sono tre belle ragazze. Aran dalle sconfinate tundre del Nord, dalla dentatura perfetta, niente di meglio per far vendere tonnellate di dentifricio. Nemea, il fiore di Rodi, 120 centimetri al garrese, adatta a pubblicizzare reggiseni, piatti di spaghetti, automobili o per trovare un’idea spiritosa. E infine Shamira, proveniente dalle lontane spiagge di Tiro, che la mercante di schiave Eva Robin’s propone ai direttori di Panorama ed Espresso: cosa meglio dei suoi glutei può rappresentare sulla copertina dei loro magazine il confronto Est/Ovest tra Urss e Stati Uniti?

 

Ultime News

tutte le news

Potrebbero interessarti anche...

vedi tutti
Faletti al Drive In: gli elogi di Antonio Ricci ed Enzo Iacchetti

Faletti al Drive In: gli elogi di Antonio Ricci ed Enzo Iacchetti

Nel documentario Signor Faletti, Antonio Ricci ricorda il clima creativo e sperimentale del Drive In: "Era un momento di grande creatività, un godimento totale… Giorgio costruiva i personaggi come piccole fiabe, con protagonista, antagonista e capovolgimento". Enzo Iacchetti sottolinea la versatilità di Faletti: "Li ha inventati tutti per il Drive In, da Catozzo alla Suora. Temeva che la ripetizione invecchiasse il suo talento"

Signor Faletti: Ricci, la moglie Bellesini Faletti e Formicola ricordano il talento e l'ironia di Giorgio

Signor Faletti: Ricci, la moglie Bellesini Faletti e Formicola ...

Nel documentario Signor Faletti, Roberta Bellesini racconta: "Antonio Ricci è stato un punto di riferimento importantissimo per Giorgio, uno dei primi a capire che aveva tanti talenti". Ricci ne celebra la determinazione: "Se si fosse messo in testa di diventare un lampadario, ci sarebbe riuscito…", ricordando anche le esilaranti versioni "vietate" di Catozzo. Nino Formicola offre il suo omaggio, contribuendo al ritratto di un artista geniale e inarrestabile

Antonio Ricci: «Per fare Striscia mi sono affidato al format più solido: la liturgia della chiesa cattolica…»

Antonio Ricci: «Per fare Striscia mi sono affidato al format ...

Antonio Ricci ospite di Renzo Piano al Politecnico di Milano parla di Striscia: «Striscia è un altare in cui io celebro una messa tutte le sere. Ci sono un mare in tempesta che è il dubbio e l’onda col suo ricciolo che richiama un punto di domanda... Il Gabibbo è l’invasato, il Tapiro è un ricordo del vitello d’oro che rappresenta la vanità umana». Gli inviati? «santi cui si rivolgono i fedeli, per avere una grazia».

Ricci sul Fai, dall'immagine

Ricci sul Fai, dall'immagine "dame di San Vincenzo" alla passione ...

L'ideatore di Striscia la notizia dialoga con Marco Magnifico presidente Fai al Teatro alla Scala. All'inizio «avevate quell'idea di "dame di San Vincenzo" dell'ambiente… - scherza Antonio Ricci protagonista con l'attrice Lella Costa, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e la regista Andrée Ruth Shammah -. Un attimo rock bisogna essere e, in effetti - a proposito della Crespi fondatrice del Fai -, chi c'era più rock di Giulia Maria?»

Ricci: «Sull'ambiente bisogna essere spietati, velocissimi e coraggiosissimi, alla vietcong!»

Ricci: «Sull'ambiente bisogna essere spietati, velocissimi e ...

Antonio Ricci alla tavola rotonda per il 50° del Fai parla del progetto speculativo che mirava a costruire 4 grattacieli nel centro storico di Albenga. «Striscia si occupa dei più deboli. E più debole dell’ambiente non ce n’è: gli altri sono molto prepotenti. Chi deve costruire, chi deve imbruttire è molto prepotente, sveglio e “immanicato”. Serve, per contrastarlo, una forza guerrigliera. Bisogna essere spietati, velocissimi e coraggiosissimi, alla vietcong!».