Continua il dibattito sulla gestione dei rifiuti, soprattutto nel sud Italia, con cumuli di immondizia che si affastellano ai bordi delle strade di Reggio Calabria, Cosenza, Catania, Ragusa e Siracusa. In alcune città sono costretti a vederli “cuocere” sotto il sole di un’estate bollente, e non sono da meno città come Napoli o Roma.
Striscia già da tempo si occupa della delicata questione: Stefania Petyx, in particolare aveva scoperto che in Sicilia vengono prodotti oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti. Per gestire questa enorme quantità esisterebbe un piano rifiuti, che però sembra essere decisamente poco efficace.
Il problema che si pone in tutta Italia è quello di trovare un equilibrio tra il progresso che genera consumi e lo smaltimento di rifiuti. Secondo i dati dell’Ispra ogni cittadino produce 506 chili l’anno di immondizia; e la gestione si differenzia in tutto lo stivale.
Secondo l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, la discarica di Palermo è tra i trenta siti più inquinati in Italia, tanto che il quotidiano Il Foglio definisce una “bomba ecologica”, con le vasche di raccolta che continuano ad aumentare in maniera parallela al volume di rifiuti in arrivo ogni giorno.
Una situazione a dir poco problematica che va avanti da svariati anni e per la quale non si vedono miglioramenti all’orizzonte; gli ambientalisti sostengono che questa crisi si possa bloccare solamente con manovre drastiche: avanzando con la raccolta differenziata e abbandonando i cassonetti, come ha gi fatto la città di Messina. La differenziata è una delle strade che vuole percorrere anche la regione, assieme alla realizzazione di due termovalorizzatori previsti a Catania e Gela.
Sicuramente è difficile coinvolgere i cittadini e serve investire tanto nella comunicazione, anche perché, come sostiene il Presidente Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna, “avere la discarica piena sfocia in dei costi molto alti”.