La Circumvesuviana è la linea peggiore d’Italia nell’annuale classifica stilata da Legambiente per misurare lo stato dell’arte delle ferrovie e le condizioni in cui si viaggia giorno per giorno da Nord a Sud.
Stando al dossier Pendolaria, «che ogni anno racconta il cambiamento, in termini di quantità e qualità, dei treni in circolazione e di conseguenza degli effetti sulla vita quotidiana dei pendolari di tutta Italia», i treni sarebbero troppo pochi e con tempi di percorrenza che si allungano invece di ridursi.
Treni vecchi, affollati e con continue cancellazioni: per questo motivo – sempre secondo Legambiente – i lavoratori deciderebbero di spostarsi in altro modo, in auto o in pullman con ripercussioni quindi anche sul livello di inquinamento delle città.
Ma se la linea che spicca in vetta a questa classifica in negativo è quella partenopea, non si può certo dire che altrove le cose funzionino meglio.
A completare la top ten delle tratte peggiori, che nel complesso coinvolgono ben 3 milioni di pendolari, si trovano anche la Milano-Chiasso, la Torino-Chivasso-Ivrea, la Genova-Ovada-Acqui Terme, la Verona-Rovigo, la Terno-Sansepolcro, la Battipaglia-Potenza-Metaponto, la Agrigento-Palermo, la Roma Nord-Viterbo e la Roma-Ostia Lido.
Rispetto alle rilevazioni dello scorso anno, in alcune città la situazione pare sia addirittura peggiorata. Come sottolinea Legambiente, il nostro Paese avrebbe bisogno di aumentare sensibilmente il numero di passeggeri che viaggiano in treno o metro, proprio per cercare di migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e ridurre le emissioni come richiesto dall’Accordo di Parigi sul clima.
Delle condizioni in cui sono costretti a viaggiare i pendolari noi di Striscia ci siamo spesso occupati, l’ultima volta andando a toccare con mano proprio la situazione sulla Circumvesuviana.
Guardate cosa ci aveva mostrato Capitan Ventosa.
«Il rilancio della mobilità su ferro nelle città e la condizione che vivono i pendolari devono diventare una priorità dell’agenda politica nazionale – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Oggi questo purtroppo non avviene. Al nuovo ministro dei Trasporti Paola De Micheli chiediamo di dedicare ai pendolari almeno la stessa attenzione che ha messo in questi mesi per il rilancio dei cantieri delle grandi opere. Servono risorse e purtroppo in Legge di Bilancio non ci sono né per aumentare i treni pendolari né per compararne di nuovi. Ma servono anche scelte radicali e a costo zero a difesa di centinaia di migliaia di persone che ogni giorno prendono il treno in situazioni di degrado inaccettabili. Al Ministro chiediamo di esercitare un vero potere di controllo, verifica ed intervento rispetto alle situazioni di più grave disagio, e quando la situazione è come a Roma e a Napoli commissariando le aziende. Sono infatti in larga parte le risorse statali a garantire il servizio su queste linee e i diritti dei cittadini alla mobilità devono essere garantiti».