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Milano, gestivano giro di 260 case tra occupazioni abusive e messe a reddito

Milano, gestivano giro di 260 case tra occupazioni abusive e messe a reddito

Milano, gestivano giro di 260 case tra occupazioni abusive e messe a reddito

Gestivano un vero e proprio impero di case popolari, tra occupazioni abusive, mutui bancari elargiti con troppa facilità e proprietà affittate ad altre famiglie. È l’incredibile mondo emerso dalle indagini che l’Aler di Milano ha effettuato nella zona di San Siro.

Tre mesi di lavoro in quel di viale Romagna, dove controlli incrociati hanno dato vita a un disegno che – se confermato – vedrebbe sorgere sospetti anche su alcune banche.

Secondo quanto si apprende dal Correre della sera, alcune famiglie di inquilini Aler abusivi sarebbero proprietarie di 130 appartamenti sparsi per tutta la città, comprati tramite aste pubbliche. Ma non solo: le stesse vivrebbero però irregolarmente in altrettanti appartamenti.
 

Le indagini Aler sulla zona San Siro

Tutto ha avuto inizio quando, in alcune tabelle ha iniziato a saltare all’occhio la provenienza di diverse famiglie che occupavano abusivamente gli alloggi dell’Azienda regionale per l’edilizia popolare nella zona di San Siro. Tutte infatti arrivano dall’Egitto e in particolare dalla stessa area, cioè le località di Sharkia e Asyut.

Tanto è bastato per far sorgere qualche sospetto agli addetti alla sicurezza, diventata conferma con un controllo più approfondito e incrociato tra i dati anagrafici e quelli catastali. Così sono spuntate una serie di proprietà di immobili (finora 130) intestati ai vari componenti di quelle famiglie, acquistati tramite aste pubbliche, pagati grazie a mutui bancari e poi messi a reddito.
 

I sospetti su possibili conniventi

Un vero e proprio sistema ben congegnato che consentiva a queste famiglie di affittare le case acquistate mentre loro continuavano a vivere irregolarmente in appartamenti occupati. Tutto questo – secondo quanto suggerisce il Corriere – è stato possibile grazie ai mutui concessi principalmente da tre banche (una soprattutto avrebbe elargito da sola quasi un milione e centomila euro). Altro interrogativo riguarda le aste grazie alle quali le famiglie egiziane sono riuscite ad accaparrarsi gli immobili acquistati.
 

Il commento dell’assessore Bolognini

Mentre Aler auspica che dall’intervento dell’attività giudiziaria si chiariscano alcuni punti bui, l’assessore alle Politiche sociali, abitative e Disabilità di Regione Lombardia, Stefano Bolognini, ha commentato così la vicenda: «Ringrazio Aler Milano per il lavoro e le iniziative che sta mettendo in atto per ripristinare la legalità nei quartieri popolari. In particolare, i controlli nei confronti degli occupanti egiziani che stanno facendo emergere un mondo alternativo fatto di abusivismo».
«È un segnale forte di legalità – ha aggiunto l’assessore – soprattutto in un quartiere dove, per quanto riguarda le case popolari, stiamo dando una svolta. La priorità rimane dunque combattere queste situazioni ovunque si presentino stroncandole il prima possibile. Vogliamo e dobbiamo insistere su questa strada, in collaborazione con la Prefettura, le Forze dell’Ordine e l’Autorità Giudiziaria, a San Siro come in tutte le altre zone problematiche di Milano, come Lorenteggio, via Gola e via Bolla, dove urge al più presto ripristinare la legalità».
 
Quello delle case occupate abusivamente e gestite da famiglie che ne decidono le sorti come fossero agenzie immobiliari è un tema caldo di cui ci siamo già occupati in diverse occasioni. Recentemente è stata Rajae a parlarci proprio delle abitazioni Aler occupate abusivamente.

Ma anche Jimmy Ghione si è occupato della questione. Ecco cosa ha scoperto in un quartiere di Roma.

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