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Morte sul lavoro ad Ascoli: la Procura chiede accertamenti sull’operato dell’Asur

Morte sul lavoro ad Ascoli: la Procura chiede accertamenti sull’operato dell’Asur

Morte sul lavoro ad Ascoli: la Procura chiede accertamenti sull’operato dell’Asur

Si è aperto un nuovo capitolo dell’inchiesta riguardante la morte bianca di Simone Santinelli, operaio di Corridonia di 44 anni, avvenuta a Monsampaolo del Tronto, il 17 dicembre 2020.
L’uomo stava svolgendo dei lavori di rimozione d’amianto dal tetto di un capannone della città quando è precipitato da un’altezza di circa dieci metri, morendo sul colpo.

La Procura di Ascoli ha ora chiamato in causa anche l’azienda sanitaria regionale (Asur), dopo un esposto dell’avvocato della famiglia Santinelli, per accertare che non siano stati commessi errori da parte degli ispettori incaricati di accertare il rispetto delle norme di sicurezza sul luogo di lavoro.
Secondo quanto riportato dal Corriere Adriatico, infatti, la ditta avrebbe inviato all’Asur il piano di lavoro, senza ricevere alcuna risposta: un silenzio – assenso che ha fatto partire i lavori.
Per questo motivo ora la famiglia della vittima ha chiesto all’Asur un risarcimento di un milione e mezzo di euro.

Sulla questione sicurezza sul luogo di lavoro,Moreno Morello, nel novembre 2021, si era occupato di questo caso specifico, ottenendo confidenze clamorose da parte di un funzionario dell’azienda sanitaria che le telecamere di Striscia erano riuscite ad intercettare tramite un escamotage.
Ai microfoni del TG Satirico, era intervenuto prima l’avvocato della famiglia, Sandro Giustozzi, parlando della mancanza delle misure di sicurezza basilari all’interno del cantiere imputato.
Ed effettivamente, andando ad analizzare una foto scattata dallo stesso Santinelli, poco prima della sua morte, le telecamere di Striscia avevano mostrato come sul perimetro del tetto non fossero presenti né parapetti, per evitare incidenti, né reti anticaduta.

Sulla vicenda l’azienda sanitaria non aveva voluto rilasciare dichiarazioni ma, con l’aiuto di un collaboratore e di telecamere nascoste, Moreno Morello era riuscito a contattare un funzionario dell’Asur.
L’uomo ammise che la valutazione del piano amianto fosse stata affidata ad una persona che, a suo avviso, “non aveva le competenze necessarie perché non possedeva la qualifica da OPG (ufficiale polizia giudiziaria).”.
Il funzionario però, dopo aver segnalato le sue perplessità sulla gestione di controllo del cantiere a chi di dovere, aveva ricevuto, di tutta risposta, un provvedimento disciplinare da parte dell’azienda sanitaria con una multa di importo pari a 300 euro.

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