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Ospedali quasi al collasso a causa del “blocco barella”

Ospedali quasi al collasso a causa del “blocco barella”

Ospedali quasi al collasso a causa del “blocco barella”

La situazione negli ospedali italiani diventa sempre più preoccupante.
Questa volta la città saltata alla ribalta, per le difficili condizioni di sovraffollamento nelle quali versa il Pronto Soccorso, è la Capitale. A Roma, in un giorno, sono state segnalate oltre 40 ambulanze con pazienti a bordo, in attesa di ricovero.
Sull’ episodio si è espresso il sindacato NurSind 118 che, sulle pagine di romatoday.it, ha dichiarato come: “in media abbiamo 10 o 15 mezzi bloccati in attesa, ogni giorno.”.
I maggiori problemi sarebbero riscontrabili in diverse strutture tra cui Sant’Andrea, Umberto I, Gemelli, Pertini e San Giovanni.

Questo problema che tormenta le strutture sanitarie italiane è chiamato “blocco barella”: non essendoci posti all’interno dell’ospedale, i pazienti restano sulle ambulanze in attesa che si liberi un letto o che un medico vada ad assisterli sul mezzo di trasporto.

I 40 mila posti letto tagliati in dieci anni, l’emergenza sanitaria da Covid-19 e l’insufficienza di personale sono i maggiori problemi su cui il Ministero della Salute sta cercando di lavorare per evitare il definitivo collasso di molti ospedali in Italia.

Anche le telecamere di Striscia la notizia, nel corso degli anni, si sono occupate più volte dei disagi all’interno e all’esterno delle strutture ospedaliere.
Nei servizi di Luca Abete moltissime sono state le denunce per le condizioni di degrado all’interno degli ospedali campani: le immagini del Cardarelli con letti sparsi in ogni dove fecero scalpore soprattutto perché accompagnate dalle lamentele dei familiari e dei pazienti stessi.


Proprio del fenomeno del “blocco barella”, nel novembre del 2021, se ne occupò Stefania Petyx. Il suo servizio mostrava file interminabili di ambulanze, con all’interno pazienti, davanti ai maggiori ospedali di Palermo.
 
Le difficoltà erano legate alla carenza di posti letto all’interno dell’ospedale e le ambulanze erano costrette ad aspettare anche sei ore davanti le strutture sanitarie prima di poter lasciare i pazienti nel Pronto Soccorso.
 
Intervistati, molti operatori del 118, avevano dichiarato come a causa di questo problema dovevano rinunciare a soccorrere altre persone in difficoltà.

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