Wail Baoulaied, 23enne di origine marocchina, ha confessato di aver commesso l’efferato delitto ai danni di Marcella Boraso, uccisa il 21 luglio 2020 all’età di 59 anni a Portogruaro (VE), insieme ad un complice.
La sua ricostruzione coinciderebbe con la dinamica dell’omicidio: la donna sarebbe stata prima seviziata e poi uccisa a colpi di martello. Infine, per nascondere le tracce, sarebbe stato appiccato il fuoco in casa della vittima.
Secondo il giornale La nuova Venezia, l’avvocato dell’omicida, Carmelo Barella, avrebbe riferito che: “l’assistito ha collaborato in modo pieno fornendo tutte le risposte”.
L’uomo era già noto alle forze dell’ordine così come al pubblico di Striscia la notizia che lo aveva conosciuto come il ladro di un negozio di lavanderia self-service, proprio nella città di Portogruaro.
Risale al 30 aprile del 2020 il servizio nel quale Moreno Morello raccoglieva la denuncia del titolare della lavanderia che lamentava i continui furti e i danni subiti: il ragazzo, come mostrato dalle telecamere di videosorveglianza, non si limitava a sottrarre i soldi ma anche a scassinare e portare via con sé l’intera macchinetta della cassa automatica.
Morello era riuscito inoltre a parlare con Baoulaied, che nell’immediato aveva dichiarato di non essere stato lui l’autore di quei furti, per poi presentarsi subito in caserma e auto-costituirsi.
Avendo chiesto chiarimenti in merito, il ragazzo aveva giustificato il suo comportamento con la mancanza di lavoro, raccontando come fosse stato costretto a rubare per sfamare se stesso e i suoi animali.
In realtà, fu poi dimostrato che i suoi furti erano reiterati: all’interno del suo box furono trovati dagli stessi condomini moltissimi loro oggetti spariti da tempo. Fu proprio in quel momento che la redazione decise di chiamare direttamente i carabinieri.
A pochi mesi dal servizio di Striscia la notizia, il nome di Baoulaied è tornato sulle pagine dei giornali come primo indiziato per l’omicidio di Marcella Boraso. L’uomo aveva conosciuto la vittima al Sert ed era solito frequentarla, tanto che alcuni testimoni avevano visto i due insieme anche la sera prima del delitto.
Fermato dai carabinieri, 9 ore dopo l’omicidio, indossava una maglia con macchie di sangue e dalle chiamate intercettate tra lui e il fratello erano emersi dettagli sulla scena del delitto, in quel momento noti solo ai soccorritori.
Dopo la sua confessione, la Corte d’Assise di Udine ha dichiarato colpevoli Wail Baoulaied e il suo complice, Mohammed Rabih. Per loro è stato chiesto ed è stato ottenuto l’ergastolo.