L’Inps e il Garante della Privacy uniti contro i furbetti del reddito di cittadinanza.
L’Autorità per la tutela dei dati personali ha infatti dato il via libera all’Istituto di previdenza sociale per incrociare in modo massivo le banche dati di diversi enti pubblici.
L’obiettivo è quello di stanare i cittadini che ricevono il sussidio senza averne realmente bisogno.
Il parere favorevole dell’Autorità, si legge in una nota, è stato reso necessario perché i dati che l’Inps andrà a raccogliere presentano un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati perché riguarderanno sfere come lo stato di salute, la condizione sociale e la situazione economica e finanziaria, nonché condanne penali e reati, riferiti principalmente a soggetti vulnerabili, anche minori d’età.
Per questo i dati che le diverse amministrazioni – Anagrafe tributaria, Pra, Regioni, Comuni – forniranno all’Inps dovranno essere strettamente necessari ad effetturare le verifiche previste dalla legge.
Il Garante sottolinea che dovranno essere adottate adeguate misure di sicurezza volte ad assicurare l’integrità e la riservatezza dei dati sia con riferimento ai flussi informativi sia con riferimento ai trattamenti effettuati dalle amministrazioni che detengono i dati.
Infine, sottolinea l’Autorità, consentendo l’incrocio dei dati ai fini delle opportune verifiche dell’Inps, le misure di garanzia approvate confermano il presidio del Garante teso a favorire l’erogazione del reddito di cittadinanza solo a coloro che ne hanno diritto e per i quali risulti dimostrato il reale stato di necessità.
In questo modo, dovrebbe essere più semplice evitare anche errori di questo tipo da parte dell’Inps.