Nel 2024 fu “La febbre del mercoledì sera” a scoppiare a Sanremo. Un problemuccio costato alla Rai oltre duecentomila euro di sanzione dall’Agcom. Una violazione delle norme che fu documentata in un servizio di Rai Scoglio24 sulla pubblicità occulta, già il giorno dopo: parliamo del caso delle scarpe indossate da John Travolta, ospite speciale della seconda serata del 74° Festival della canzone italiana che, come sempre finora (in futuro, chissà?… ) andò in diretta su Rai 1. Sulle calzature anti-infortunistiche del protagonista di Grease e Pulp Fiction era ben visibile il logo del brand. Pinuccio, alias Alessio Giannone, nel primo servizio del tg satirico di Antonio Ricci sull’argomento salutò i telespettatori in collegamento eccezionale da Sanremo, in diretta dal “balcone di zia Marietta” che affaccia proprio sul Teatro Ariston.
Dopo l’inchiesta di Striscia la notizia l’Agcom ha dunque multato la Rai, costretta a pagare 206.580 euro. L’Autorità ha ritenuto di estrema gravità l’episodio, perché avvenuto nel corso del principale programma Rai quanto a audience e durante l’esibizione di un ospite di fama internazionale.
Ma ecco un altro colpo di scena sul finire dello scorso anno: il Tar della Liguria si è espresso riguardo alla necessità di fare un bando tra tutte le emittenti per il Festival di Sanremo, quello che Striscia la notizia sostiene dall’ottobre 2022.
La tv di Stato ha poi deciso di fare ricorso contro la sentenza dello scorso dicembre con cui il Tar della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell’organizzazione del Festival 2024 e 2025.
E poi (vi ricordate?) la Rai è stata già sanzionata per vari episodi di mancata indicazione dell’inserimento di messaggi pubblicitari e il caso della pubblicità occulta del social network Instagram e del profilo del conduttore Amadeus: correva l’anno 2023, il caso è quello del profilo di Amadeus “aperto” in diretta da Chiara Ferragni.
Ma un’altra bufera nel 2024 ha investito la Tv di Stato, un caso delicatissimo: quello del super caos televoto. Milioni di sms risultarono non conteggiati: l’Agcom anche in quel caso ha richiamato la Rai dopo i servizi di Striscia. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni a luglio 2024 ha chiesto alla tv di Stato una “revisione del capitolato tecnico della piattaforma del televoto” in modo da “prevenire futuri analoghi disservizi”. Tutto dopo verifiche “sul rispetto delle condizioni di trasparenza ed efficacia” del televoto.
È stata proprio Striscia la notizia con i servizi di Pinuccio a porre l’attenzione di tutti sull’enorme divario tra i voti conteggiati dalla Rai e quelli inviati dai cittadini. L’inviato era partito dalla segnalazione di un milione di sms non presi in considerazione per poi ipotizzare che i messaggi fossero molti di più, oltre sette milioni.
Pinuccio aveva raggiunto anche Palazzo San Macuto, dove si riunisce la Vigilanza Rai.
Il primo servizio sul tema andò in onda quando i riflettori sul palco di Sanremo 2024 si erano spenti da poche ore perché subito emersero perplessità sulle modalità di voto della finale, soprattutto per le prime due canzoni in classifica, ovvero La noia di Angelina Mango, vincitrice della kermesse, e ’I p’ me, tu p’ te di Geolier, che arrivò secondo.
Le magagne finiscono qui? Nient’affatto: furono 400 i brani proposti inizialmente per il 2024. Ebbene se la maggior parte delle 42 canzoni selezionate da Amadeus per quella kermesse presentava le stesse “firme”, ecco che anche nell’edizione 2025 la maggior parte dei brani nasce da un gruppo ristretto di autori, la maggior parte dei quali collegati alla casa discografica Universal Publishing. Come ci spiega Pinuccio nel servizio del 21 gennaio 2025, sul totale dei 30 brani, 19 sono riconducibili agli stessi autori che ruotano, “come pedine di un sistema di triangolazioni”.
Ma possiamo dimenticarci dei diritti dei cantanti non pagati? Striscia la notizia se ne occupò anche nell’autunno del 2022: la Rai dovrebbe pagare una serie di diritti connessi alla riproduzione delle musiche. L’Afi – associazione di produttori discografici indipendenti – ha presentato un decreto ingiuntivo nei confronti della televisione di Stato in cui si denuncia il mancato versamento di quasi 6 milioni di euro (anche se la cifra complessiva stimata pare si aggiri attorno ai 30).
Anche su questa irregolarità, zac!, piombò sulla Rai una multa dall’Agcom l’estate scorsa
E l’anno prima proprio per ragioni simili si fece sentire la mancanza dello storico direttore d’orchestra Peppe Vessicchio. Cos’era accaduto?