La tv di Stato riceve una nuova pesante multa dall’Agcom, in questo caso per i diritti musicali non pagati: un tema al centro di uno degli scoop di Pinuccio per Striscia la notizia e un argomento trattato in numerosi servizi del tg satirico di Antonio Ricci. La Rai ha appena ricevuto una sanzione nella misura massima prevista per il procedimento in questione, ossia 60mila euro, come annunciato dall’associazione dei discografici, l’Afi. “Dopo John Travolta e il televoto di Sanremo, Agcom dà ragione anche ad Afi sui diritti musicali non pagati e sanziona per la seconda volta l’emittente pubblica” per la mancata rendicontazione – e quindi pagamento – della musica di titolarità dei produttori Afi nei programmi Rai.
Già nel 2022 Striscia la notizia aveva scoperto grazie al lavoro di Pinuccio e alle informazioni ricevute da Sergio Cerruti, allora presidente dell’Afi (la cui sigla sta per Associazione Fonografici Italiani), che la Rai doveva decine di milioni di euro a cantanti italiani e stranieri come Tiziano Ferro, Sting, Marco Mengoni e Fedez per una questione di diritti connessi di riproduzione, che dovrebbero riguardare interpreti, produttori e arrangiatori: i diritti derivanti dallo sfruttamento dell’opera musicale per le emissioni radiofoniche, televisive e in streaming.
Ragionando sullo stesso tema, nel febbraio 2023 Pinuccio per Rai Scoglio 24 si chiedeva perché al 73° Festival di Sanremo non partecipasse il direttore d’orchestra Peppe Vessicchio, icona dell’Ariston per anni. Forse perché ha fatto causa alla Rai per i “diritti connessi” che la tv di Stato spesso non paga?, si chiedeva l’inviato di Striscia. E i sospetti aumentarono quando l’inviato approfondì la storia del figlio del maestro Angelo Talocci che non riusciva a farsi retribuire le composizioni del padre, autore di diverse sigle per la televisione pubblica
Ad agosto 2023 Peppe Vessicchio ha vinto la causa contro la Rai: gli sono stati riconosciuti i diritti per l’utilizzo delle musiche per il programma televisivo La Prova del Cuoco. Il Nuovo Imaie (L’Istituto mutualistico per la tutela degli artisti) l’ha definita «un verdetto storico per il futuro e la tutela dei diritti di produttori musicali e artisti, interpreti, esecutori». In un servizio di circa tre mesi prima, il 20 aprile dello stesso anno, il musicista spiegava di non essere più stato chiamato per lavorare nei programmi della tv di Stato, dopo aver deciso di denunciare. E l’Afi annunciò che avrebbe denunciato la Rai per truffa aggravata.
Tornando agli sviluppi di cronaca di fine luglio 2024 e alla sanzione decisa da Agcom su questo tema, il commento dell’Afi prosegue in questo modo: “Sembra che la presentazione dei palinsesti 2024/25 più che una stagione di programmi abbia aperto un periodo di sanzioni per l’emittente pubblica, che registra nel giro di pochi mesi oltre 260 mila euro di multe da pagare e diversi richiami alla revisione delle regole e della capacità, anche tecniche, di gestire in trasparenza ed equità il servizio pubblico radiotelevisivo”. Agcom ha dato ragione all’associazione che tutela i discografici italiani che “da cinque anni denuncia il mancato pagamento dei diritti musicali da parte di Rai, per un ammontare che arriva fino a 12 milioni di euro oltre che l’utilizzo dei loro contenuti senza autorizzazione” ha specificato lo stesso Sergio Cerruti, oggi presidente della Commissione Affari legali e istituzionali dell’Afi cui Striscia la notizia ha dato voce in questi anni.