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Messaggi truffa su WhatsApp: 800 euro per… farsi rubare i dati

Messaggi truffa su WhatsApp: 800 euro per… farsi rubare i dati

Messaggi truffa su WhatsApp: 800 euro per… farsi rubare i dati

L’esperto digitale di Striscia la notizia Marco Camisani Calzolari ci mette in guardia su un raggiro che consiste nell’offrire alle persone un compenso vicino ai mille euro per pubblicare un’inserzione pubblicitaria.

Un compenso di 800 euro per pubblicare un’inserzione pubblicitaria per 24 ore. Una proposta allettante quella contenuta in un messaggio inviato su WhatsApp. Peccato che si tratti, ovviamente, di un raggiro. Raggiro che è stato segnalato da numerosi utenti a Marco Camisani Calzolari, il quale ha pubblicato un post sul suo profilo Instagram per avvisare le persone che si tratta di «una trappola per rubare la nostra pagina Facebook, i dati salvati al suo interno e i nostri dati della carta di credito». Non è la prima volta che l’esperto digitale si occupa di vicende simili e le racconta al pubblico di Striscia la notizia.

Vicende che possono verificarsi anche attraverso i più tradizionali SMS, come spiegato in questo servizio del 20 maggio. Questa volta il messaggio arrivava da persone che si fingevano i figli dei destinatari e che chiedevano ai genitori di contattarli: «Ciao mamma, ho un nuovo numero di telefono: +393510110062 salva ora e mandami un messaggio su Whatsapp (ndr. scritto sbagliato) quando lo vedi. Non rispondere via SMS». Parole diverse rispetto al primo, ma si trattava lo stesso di uno stratagemma ideato dai malintenzionati per chiedere favori come bonifici urgenti, facendo finta di essere i figli in difficoltà. Il consiglio di MCC? Essere sempre vigili e non agire impulsivamente, controllando l’identità del mittente.

I messaggi truffa su WhatsApp sono spesso disseminati di errori ortografici

Riguardo alla truffa su WhatsApp, Camisani Calzolari spiega invece che «tramite questo messaggio i truffatori ci segnalano di aver notato la nostra pagina Facebook, ci dicono di ritenerla “perfetta per la pubblicità”». Ma non c’è nulla di vero e per evitare di cascarci il suggerimento è non rispondere, bloccare subito il contatto e mettere in guardia quante più persone possibili. Un altro indizio che qualcosa non va sono gli errori ortografici disseminati nel testo.

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