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Achille Lauro, il Secolo XIX non pubblica la rettifica del Gabibbo. Ecco il testo integrale

Achille Lauro, il Secolo XIX non pubblica la rettifica del Gabibbo. Ecco il testo integrale

Achille Lauro, il Secolo XIX non pubblica la rettifica del Gabibbo. Ecco il testo integrale

Il Gabibbo ha replicato a Il Secolo XIX con una rettifica su Achille Lauro e Sanremo 2019. Rettifica che non è stata pubblicata sul quotidiano. Noi vi mostriamo il testo integrale delle parole del Gabibbo:

Carissimi del Secolo XIX,
avete dato come voto 5 alle polemiche del Festival, sostenendo che ci saremmo “intorcinati sul doppio senso” della canzone Rolls Royce. Non ci siamo intorcinati per niente: tutto è estremamente chiaro e solo un besugo in malafede o dormiente non può vederlo.
Nella canzone di Achille Lauro vengono citati numerosi artisti che hanno usato e abusato di sostanze stupefacenti. Partiamo dal primo verso: “Sdraiato a terra come i Doors”. Sia il leader Jim Morrison, morto giovanissimo, sia gli altri componenti della band sono passati alla storia per gli eccessi psichedelici. 
Andiamo avanti: “Perdo la testa come Kevin”. Kevin è il nome del protagonista del film Mamma ho perso l’aereo. In questo caso perde la testa, non l’aereo, riducendosi come tutti sanno a una larva per droga. 
“A 27 come Amy”. Amy Winehouse morta a 27 anni dopo un passato da tossicodipendente. 
“Sì come Marilyn Monroe”. Anche lei morta per un’overdose di pasticche. 
“Chitarra in perla Billie Joe”. Il leader dei Green Day che ha confessato di aver fatto largo uso di droghe.
“Suono per terra come Hendrix”. Il famoso chitarrista, morto anche lui giovanissimo dopo aver abusato a lungo di sostanze. 
“Viva Las Vegas come Elvis”. Elvis è Presley, dedito allo sballo da stupefacenti. Las Vegas, invece, è un’altra canzone di Lauro dove vengono citate “MD, special K, lisergico in cale”. 
“È Axl Rose”, leader dei Guns N’ Roses, altro artista che ha abusato a lungo di droghe. 
Più sotto viene citata un’altra band. “Rolling Stones”, gruppo di strafattoni d’annata! 
E ancora: “No, non è un drink, è Paul Gascoigne”. Il calciatore inglese che ha trascorso una vita funestata da alcol e droghe. E poi van Gogh, un altro bruciato. Non manca neppure un riferimento a Miami Vice (il vizio di Miami), nota serie televisiva sul narcotraffico.
Che per il trapper questi siano dei veri modelli ce lo rivelano i seguenti versi: “Voglio una vita così, voglio una fine così”! Insomma Lauro si augura una vita e una morte come quella di molti dei suoi modelli citati nel testo. E veniamo anche al titolo della canzone, che ricorre nel ritornello: Rolls Royce. È così che si chiama una pasticca di ecstasy con impresso il marchio della nota casa automobilistica, che ha sul radiatore la famosa statuetta “Spirit of ecstasy”. 
Niente di intorcinato, tutto molto semplice e coerente: di intorcinato qui ci sono solo i goffi tentativi di far passare Rolls Royce per un’automobile. Altri significati, che non siano quelli legati alla droga, non se ne vedono, se non dopo essersi calati qualcosa di pesante. Per sapere che era una pasticca di ecstasy bastava andare su internet e digitare. Ma per gli oltre 1.400 giornalisti omertosi presenti a Sanremo questa è evidentemente una fatica eccessiva. E quindi tutti a dar corda al pusher che cerca di spacciare un’automobile al posto di una pasticca. All’attento cronista non dovrebbe sfuggire che ormai Sanremo è peggio del boschetto di Rogoredo.
Che poi i conflitti di interesse, come sostenete voi, siano “poco dimostrabili”, è un’altra belinata. Certo, per voi è normale che acceda a uno dei due posti al Festival il giovane Einar, votato da una ristretta giuria dove sedevano Annalisa (sua coach esterno ad Amici) e la salzanissima testimone di nozze Fiorella Mannoia (che ha duettato con lui ad Amici, ha il suo stesso manager, e il suo fidanzato è stato coach musicale di Einar ad Amici). Tutto dimostratissimo, ma non c’è peggior orbo di chi non vuol vedere. La Rai, la più grande azienda culturale italiana con oltre 13 mila dipendenti, servizio pubblico con il canone pagato in bolletta, ultimamente deve appaltare tutto a Baglioni e a Salzano con un contratto che non ha precedenti nella storia del Festival. È la Rai che può offrire una platea gigantesca per la promozione dei tour, sono i cantanti che hanno bisogno della Rai, non il contrario. Ma ci voleva Striscia per tirare fuori la foto del bacio a Formentera tra Salzano e Mario Orfeo, direttore generale della Rai? 
Tranne due o tre, i giornalisti sono impiegati a fare gli estintori o a ballare sugli inciuci. Da cani da guardia a cani da lecco. 
Sono di manica larga, voto alla sala stampa: 3 – -. E se qualcuno ha qualcosa da ridire, gli spacco la faccia.

Il Gabibbo

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