Il pm di Imperia, Barbara Bresci, ha archiviato l’inchiesta sul rapporto sessuale simulato tra i due artisti durante la finale di Sanremo 2023. Il gesto non era un atto osceno.
Nessun atto osceno, è la decisione che ha portato all’archiviazione dell’inchiesta a carico di Rosa Chemical e Fedez per il bacio sul palco dell’Ariston sabato 11 febbraio, durante la finale del Festival di Sanremo 2023. A far cadere le accuse è l’orario in cui la scena è andata in onda, cioè fuori dalla fascia protetta.
Il siparietto era organizzato
Come dicevamo, la performance che ha creato scalpore, polemiche ed esposti vede Rosa Chemical, nome d’arte di Manuel Franco Roncati, che sulle note di della sua Made in Italy scende in platea dove Fedez è seduto per applaudire la moglie Chiara Ferragni co-conduttrice della serata. Il cantante in gara si avvicina al collega che poi porta con sé sul palco (dopo un controverso twerking) per, infine, baciarlo. Un siparietto, a quanto pare, organizzato a tavolino come spiega questo servizio di Striscia la notizia.
Rosa Chemical su Made In Italy: «Veicola amore e sesso in un’ottica di libertà»
La decisone del pubblico ministero (pm) di Imperia Barbara Bresci è chiara: l’episodio non è classificabile come reato perché non offende «il senso comune del pudore in ambito sessuale e la finalità era di puro spettacolo». Oltre a sottolineare come il fatto si sia svolto «abbondantemente al di fuori della fascia oraria», la pm ha aggiunto anche che «il registro creativo e la tonalità emotiva» del contesto fossero «idonei a stemperare le criticità», senza «contorni morbosi o scivoli in una volgarità fine a sé stessa». Lo stesso Rosa Chemical ha spiegato che la sua Made in Italy «veicola amore e sesso in un’ottica di libertà» come succede in «numerose performance artistiche in cui sono presenti allusioni sessuali». Durante l’udienza davanti al gip, che inizialmente aveva respinto l’archiviazione, i legali di Fedez hanno mostrato un video di Fantastico 10 del 1989, dove Renato Zero twerka su uno spettatore (come nel video che Striscia ha pubblicato il 22 febbraio). All’epoca il fatto non aveva portato ad alcuna conseguenza.