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A Castelvetrano, dove nessuno osa dire: la mafia fa schifo

A Castelvetrano, dove nessuno osa dire: la mafia fa schifo

A Castelvetrano, dove nessuno osa dire: la mafia fa schifo

Matteo Messina Denaro, oppure Diabolik, U Siccu (il secco), Alessio, come si firmava a volte, o Andrea Bonafede, come si presentava nella clinica in cui è stato arrestato, è nato a Castelvetrano, in provincia di Trapani, il 26 aprile 1962.

Suo padre Francesco, più noto come don Ciccio, è stato il capo della cosca di Castelvetrano e del relativo “mandamento” dai primi anni 80 alla morte improvvisa per infarto nel 1998, dopo otto anni di latitanza. Fu Paolo Borsellino, allora giudice a Marsala, a emettere il primo mandato di cattura per associazione mafiosa nei suoi confronti e a costringerlo così alla latitanza.

A Castelvetrano, insomma, anche farsi un selfie contro la mafia non è impresa da poco, come si vede in questo servizio realizzato da Stefania Petyx nel gennaio del 2018.

Oltre che di don Ciccio, Matteo Messina Denaro era considerato anche l’erede di Totò Riina: dei boss che hanno voluto le stragi degli anni novanta, chiamati i “corleonesi” (anche se non tutti venivano da lì), l’ultimo a finire in carcere è lui. 

Messina Denaro, il boss mafioso malato di tumore era latitante da 30 anni

Messina Denaro è malato, da un anno è in cura per tumore del colon-retto con metastasi al fegato, forse gli rimane poco da vivere. La sua latitanza di 30 anni è finita in clinica, mentre attendeva di sottoporsi a una seduta di chemioterapia. Si è conclusa così una vita criminale ancora abbastanza misteriosa. Di lui si racconta che amasse il lusso, le donne, i viaggi, le auto, i vestiti. Un personaggio lontano dallo stereotipo del capomafia semi-analfabeta che si nasconde sottoterra nella campagna siciliana.

In passato si dice sia stato in Spagna e in Grecia, ma per curarsi ha deciso di tornare in Sicilia. Alla clinica privata di Palermo in cui è stato catturato è arrivato sull’auto di un commerciante di olive di Campobello di Mazara, paese vicino a Castelvetrano. Evidentemente per i boss mafiosi, anche quelli di nuova generazione come Messina Denaro, allontanarsi dai luoghi di origine è impossibile.

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