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Massimo D’Alema prende le distanze dai Mazzotta, perquisiti dopo il Colombia-gate: Pinuccio gli rinfresca la memoria

Massimo D’Alema prende le distanze dai Mazzotta, perquisiti dopo il Colombia-gate: Pinuccio gli rinfresca la memoria

Massimo D’Alema prende le distanze dai Mazzotta, perquisiti dopo il Colombia-gate: Pinuccio gli rinfresca la memoria

Prosegue l’inchiesta di Striscia la notizia, che da oltre due mesi si occupa del caso della vendita di armi alla Colombia con presunto intermediario Massimo D’Alema: un affare da 4 miliardi per Leonardo e Fincantieri, con 80 milioni di euro di possibili provvigioni per i mediatori.

La vicenda ha avuto una svolta giudiziaria: la Procura di Napoli ha avviato delle perquisizioni a casa di due degli intermediari coinvolti nel Colombia-gate, Emanuele Caruso e Francesco Amato. Pur non essendo iscritti nel registro degli indagati, sono state perquisite anche le abitazioni di Giancarlo Mazzotta (ex sindaco di Carmiano) e del figlio Paride (consigliere regionale pugliese di Forza Italia). D’Alema ha preso le distanze dai Mazzotta, dichiarando che non possono essere definiti suoi “fedelissimi”.

«Bisogna rinfrescare la memoria a D’Alema», commenta Pinuccio, ricordando che Amato e Caruso – i due broker che avevano fiutato l’affare in Colombia – per entrare in contatto con l’ex premier si erano rivolti proprio a Giancarlo Mazzotta. Inoltre, i due Mazzotta erano anche a Bogotà quando alcuni vertici di Fincantieri e Leonardo avevano incontrato i membri del ministero della difesa colombiano per mostrare i prodotti che avrebbero voluto vendere. E fu sempre Giancarlo Mazzotta – via chat – ad arrabbiarsi con i colombiani quando saltò l’incontro con i vertici delle due aziende a partecipazione statale. E in quella stessa chat l’ex sindaco di Carmiano si rivolgeva a D’Alema con l’appellativo di “Presidente”. Millantatori pure loro?

Il servizio completo questa sera a Striscia la notizia.

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