Il CIPESS, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile, ha dato il via libera al progetto definitivo il 6 agosto 2025: il Ponte sullo Stretto si farà. Dopo decenni di tira e molla, “ponte sì, ponte no”, calcoli di fattibilità sismica e strutturale, discussioni sulla sostenibilità ambientale ed economica del tutto, utilità sociale e infrastrutturale dell’opera mastodontica, è arrivata l’ufficialità.
Il gigantesco viadotto avrà una campata di oltre 3 chilometri, due binari ferroviari, e sei corsie stradali. Un maxi-cantiere che si prevede possa giungere a conclusione, questo è il piano, tra circa 6 anni e mezzo. Nella Legge di Bilancio del 2024 sono stati stanziati ben 13,5 miliardi per il Ponte che, come ha specificato in conferenza stampa Matteo Salvini: «interessa non solo Messina e Reggio Calabria, ma tutta l’Italia».
Al di là delle ragioni pro e contro il Ponte esplicitate dalle diverse compagini politiche, è interessante notare come il primo sostenitore dello stesso, l’attuale ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto si sia detto “emozionato” per l’approvazione del progetto celebrato come una data da ricordare.
Eppure, qualche anno fa, come testimonia un video del 2016, era il portavoce dei contrari alla costruzione dell’opera pubblica considerata uno spreco di risorse. Ce lo raccontava il nostro Roberto Lipari in un servizio all’interno del quale era andato a chiedere conto del cambio di prospettiva di Salvini ai suoi colleghi di partito.