Sono state indagate dalla Guardia di Finanza di Napoli tre persone sospettate di monetizzare il reddito di cittadinanza, attraverso una finta compravendita di carne.
È Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, la città che salta agli onori della cronaca per un sistema articolato che avrebbe permesso agli indagati di utilizzare il sussidio statale come un vero e proprio bancomat.
Gli indiziati sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato e usura e le loro due aziende – delle macellerie – sono state poste sotto sequestro preventivo insieme a 92mila euro tra contanti e titoli di credito.
Secondo quanto riportato da Fanpage.it, le tre persone permettevano ai possessori del reddito di cittadinanza di ottenere una determinata cifra, a loro richiesta, attraverso finti acquisti di carne, pretendendo una percentuale che poteva oscillare tra il 10% e il 20% sulla transizione.
In questo modo, il sussidio, che secondo la legge può essere utilizzato per beni di prima necessità, poteva essere adoperato anche per altre spese.
Questo modus operandi è stato più volte denunciato da Striscia la Notizia, con dei servizi di Luca Abete che in più occasioni si era recato, dopo alcune segnalazioni, in alcuni esercizi commerciali campani per documentare questo scambio di denaro illegale.
L’ultima prova di truffa ai danni dello Stato, con al centro il reddito di cittadinanza, risale al gennaio 2022 quando Abete aveva individuato un negozio di generi alimentari a Napoli nel quale la pratica di prelevare denaro con la tessera del reddito di cittadinanza, in cambio di una percentuale, era all’ordine del giorno. Attraverso telecamere nascoste, il TG Satirico aveva mostrato come possessori del reddito e commercianti si mettevano d’accordo per l’operazione, stabilendo il surplus di prezzo sulla transizione.