«Questa canzone l’ho già sentita». Quante volte ci è capitato di pensarlo ascoltando i brani del Festival di Sanremo? Negli anni Striscia la notizia si è spesso occupata del fenomeno dei pezzi in gara che se non erano dei veri e propri plagi per lo meno suonavano molto simili ad altri scolpiti nella memoria collettiva (e non). In alcune edizioni sono stati chiamati in causa alcuni esperti musicali per spiegare ai telespettatori se le accuse dei media avessero delle basi. Intanto i nostri inviati in Riviera provavano ad intercettare i cantanti sotto accusa per avere le loro reazioni a caldo. «Non me ne sono accorto». «Forse c’è qualche parallelismo nell’arrangiamento». «Scrivo tante canzoni». Sono alcune delle risposte raccolte. In alcuni casi è intervenuto anche Valerio Staffelli con il Tapiro. E se alcuni concorrenti l’hanno accettato con filosofia, c’è anche chi non ha reagito in modo sportivo.
1995, 1998, 2000: il triplete di Ivana Spagna
Tra i primi brani a finire nel mirino di Striscia la notizia c’è Gente come noi di Ivana Spagna. Nel 1995, l’anno del tanto chiacchierato finto tentato suicidio di Pino Pagano dalla galleria dell’Ariston, l’ex regina della dance italiana in Europa era al suo debutto al Festival di Sanremo con una canzone che non solo si sarebbe classificata terza, ma che poi sarebbe rimasta tra gli evergreen della competizione canora. E che richiamava Last Christmas, il grande successo degli Wham!, (che molti anni dopo l’artista avrebbe inserito in un suo album di cover natalizie). Invitata da Striscia a rispondere a queste accuse, la cantante intona le melodie dei due brani, sostenendo che siano totalmente diverse. Spagna ritornerà a Sanremo diverse volte. Tre anni dopo con E che mai sarà, dodicesima nella classifica finale, verrà accusata di aver copiato la sua Gente come noi che a sua volta rimandava, come detto, a Last Christmas. Nel 2000, invece, Con il tuo nome, sempre arenata alla numero 12 in finale, ricorda la colonna sonora del film Braveheart di Mel Gibson. Interpellata dal tg satirico di Antonio Ricci sul perché copia sempre canzoni di altri, Spagna replica citando Striscia: «Son stanca, son stufa…».
Gente come noi però non fu l’unica hit in odore di plagio al Festival del 1995. Come faceva infatti notare Enzo Iacchetti anche su altri brani di quell’edizione erano stati sollevati alcuni dubbi. Citofonare Andrea Bocelli, in gara con Con te partirò che suonava un po’ U2. E Massimo Ranieri: la sua La vestaglia sarebbe per lo meno ispirata a Charles Aznavour.
1997: In Laura non c’è di Nek c’è anche un po’ di Gianni Bella
Due anni dopo a condurre il Festival ci sono Mike Bongiorno, Valeria Marini e Piero Chiambretti. Tra i brani in gara che ancora oggi suonano le radio c’è sicuramente Laura non c’è di Nek, una sorta di omaggio a Più ci penso di Gianni Bella. E non è finita qui: in quell’edizione, vinta dai Jalisse (qualcuno non ci dorme ancora la notte a distanza di tanti anni), sembravano non totalmente inedite anche Voglio un Dio di Petra Magoni (ascoltare Grande di Paolo Vallesi per credere), Sei tu di Syria (Averti tra le braccia di Luigi Tenco) e Non ami che te di Fausto Leali (Sterili di Renato Zero).
1999: Grignani come gli Spandau e Albano come Masini
Voliamo quindi alla prima edizione condotta da Fabio Fazio nel 1999 che vede il ritorno in gara dopo tanti anni di lontananza dal palco dell’Ariston di Nada. Peccato che la Guardami negli occhi ricorderebbe In Your House dei The Cure. Tra le tante segnalazioni arrivateci all’epoca, molte riguardavano Il giorno perfetto di Gianluca Grignani, accusata di rimandare a Through the Barricades degli Spandau Ballet. E ancora Come sei bella di Massimo Di Cataldo, simile ad Así Es La Vida di Ricky Martin. O Un inverno da baciare di Marina Rei, che si sarebbe ispirata a Peter Gabriel. Fino ad Al Bano: la sua Ancora in volo sarebbe uguale a Il niente di Marco Masini.
Nel 2000, oltre alla già citata Con il tuo nome di Spagna, suonavano già sentite anche Non dirgli mai di Gigi D’Alessio (Quando lui ti chiederà di me dei Pooh) e Raccontami di te di Marco Masini (confrontatela con la sua T’innamorerai).
2001: i Sottotono ricordano gli ‘N Sync e aggrediscono Staffelli
Un anno dopo al timone della kermesse c’è Raffaella Carrà che riporta a Sanremo Giorgia con Di sole e d’azzurro, simile a Semplice sai con cui Jenny B aveva vinto l’edizione giovani del 2000. Torna anche Syria che canta Fantasticamente amore. Brano, che secondo molti ricorda Sì, viaggiare… di Lucio Battisti, ma anche Wait For The Magic di Al Jarreau. Ma il caso forse più palese è quello di Mezze verità dei Sottotono quasi sovrapponibile, come dimostrano diversi servizi dell’epoca, a Bye Bye Bye degli ’N Sync. Peccato che la consegna del Tapiro da parte di Valerio Staffelli abbia preso una piega inaspettata. Uno dei due cantanti, con un finto atteggiamento educato, bacia e abbraccia l’inviato stringendolo violentemente, senza fornire spiegazioni sull’accusa di plagio. Pochi istanti dopo, Staffelli viene spinto e riceve anche calci e pugni dai cantanti del gruppo. Una volta rientrato in studio Enzo Iacchetti spiega ai telespettatori che l’inviato è finito al pronto soccorso, dove gli hanno riscontrato una contusione traumatica al testicolo destro e all’arcata orbitale destra.
Nuova edizione, nuove assonanze. Nel 2002 volano Tapiri d’oro (senza aggressioni) per Enrico Ruggeri (la sua Primavera a Sarajevo somiglierebbe a ’O sarracino di Renato Carosone), Fausto Leali e Luisa Corna (Ora che ho bisogno di te richiamerebbe Do That to Me One More Time di Captain & Tennille) e Francesco Renga (Tracce di te suonerebbe un po’ come Due grosse lacrime bianche di Iva Zanicchi e I’ll Be There di Michael Jackson).
2003: ancora un tapiro per Fausto Leali che ricorda Mina
Nel 2003 conduce Pippo Baudo. In gara torna Luca Barbarossa assente da qualche anno. Ma la struttura armonica del suo brano Fortuna sembra aver preso a modello il Francesco De Gregori de Il bandito e il campione. Nuovo Tapiro d’oro per Fausto Leali: la sua Eri tu ricalca più di una canzone: l’arrangiamento della strofa e l’arpeggio del pianoforte sono praticamente identici a Fallin’, hit mondiale di Alicia Keys, mentre la melodia somiglia a Il pazzo di Mina. Striscia segnala poi che Tonight dei Negrita sembrerebbe la riarmonizzazione di Elevation degli U2. Ma anche A storia ’e nisciuno di Nino D’Angelo presentarebbe accordi, atmosfera e addirittura tonalità uguali ad Aicha di Khaled. Infine la sfortunata Sarà una canzone di Amedeo Minghi avrebbe un qualcosa di Per noi innamorati di Gianni Togni.
2004: Paolo Meneguzzi in odore di plagio, vero o falso?
Un anno dopo nel Sanremo di Simona Ventura è Guardami negli occhi di Paolo Meneguzzi uno dei brani più segnalati a Striscia la notizia a causa dell’andamento ritmico molto simile a My Way di Usher. Pure Andrea Mingardi e la sua È la musica però non scherzano. Tutta colpa di See You Later Alligator di Bill Haley & His Comets.
2016: Noemi al suo primo Tapiro perché ricorda Nella borsa di una donna di Faletti
Nel 2016 Noemi riceve il suo primo Tapiro d’oro perché il suo brano La borsa di una donna, scritto per lei da Marco Masini, secondo alcuni giornalisti ricorda in diversi punti quello di Giorgio Faletti Nella borsa di una donna. Incontrando Valerio Staffelli, la cantante si dimostra soddisfatta per l’omaggio dell’inviato: «Il Tapiro è un simbolo con cui la sua generazione è cresciuta». E sul presunto plagio scherza: «Non lo sapevate? A noi non importa niente del regolamento, quando le cose sono belle, sono belle…». Poi, più seriamente ipotizza che forse Faletti e Masini abbiano la stessa musa ispiratrice, essendo due artisti di valore.
2018: Non mi avete fatto niente di Ermal Meta e Fabrizio Moro, ma finisce nella bufera
Non mi avete fatto niente di Ermal Meta e Fabrizio Moro è il brano che vince il 68esimo Festival della canzone italiana. Peccato che presenti fortissime somiglianze con Silenzio dello stesso Ermal Meta ed esclusa alle selezioni della kermesse nel 2016. Nonostante non si possa parlare di brano inedito, come regolamento vuole, i due cantanti restano in gara.