Facebook e Instagram hanno deciso di prendere una posizione netta contro gli speculatori del Coronavirus, mettendo al bando le pubblicità sulle mascherine Ffp2 e Ffp3 e oscurando le fake news sull’argomento.
Negli ultimi giorni, infatti, sui due social sono cresciuti esponenzialmente gli annunci degli utenti che approfittano dell’emergenza e della preoccupazione delle persone per vendere i prodotti più ricercati del momento: le mascherine con i filtri più potenti, sparite dalla circolazione in poche ore nei negozi fisici e i cui prezzi sono arrivati alle stelle online.
Le due piattaforme hanno dunque scelto di arginare questo fenomeno sospendendo le pubblicità e le proposte sul Marketplace.
La decisione è stata annunciata su Twitter da Rob Leathern, direttore per la gestione dei prodotti, che ha sottolineato come la società di Menlo Park sia stata obbligata a mettere un freno al tentativo di certi utenti di sfruttare l’emergenza a loro favore.
Update: We’re banning ads and commerce listings selling medical face masks. We’re monitoring COVID19 closely and will make necessary updates to our policies if we see people trying to exploit this public health emergency. We’ll start rolling out this change in the days ahead.
— Rob Leathern (@robleathern) March 7, 2020
Versione confermata anche dal CEO di Instagram Adam Mosseri, che sempre attraverso un tweet ha spiegato che “Le scorte sono scarse, i prezzi sono aumentati e siamo contro le persone che sfruttano questa emergenza di salute pubblica”.
Ma questa non è l’unica presa di posizione della compagnia di Mark Zuckerberg, che già da giorni si batte contro la disinformazione sul Coronavirus cercando di bloccare i post che contengonofake news sul Covid-19, come quelle relative a cure miracolose o legate a ipotesi compllottiste. Parallelamente ha avviato un canale preferenziale verso le fonti ufficiali, con un pop-up informativo in cui invita gli utenti a consultare il sito del Ministero della Salute o dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Che ci fossero sciacalli pronti a tutto pur di lucrare sulla paura delle persone era già emerso subito dopo l’arrivo del virus in Italia. Già poche ore dopo la notizia del paziente 1 risultato positivo al test, alcuni malintenzionati avevano iniziato a girare per le case con la scusa di essere operatori del 118 che dovevano effettuare i tamponi.