A un anno e mezzo di distanza dall’approvazione del decreto Salvamare, varato nel maggio del 2019 su proposta del ministero dell’Ambiente, arriva la prima flotta antinquinamento, cioè dei battelli attrezzati per pescare i rifiuti abbandonati in mare, soprattutto plastica.
Secondo quanto si legge su Corriere.it, le imbarcazioni opereranno lungo tutte le coste italiane e hanno già dato una piccola dimostrazione a Fiumicino, lungo il canale navigabile alla foce del Tevere. La flotta, attualmente composta da 32 unità, sarà dislocata in questo modo: “9 imbarcazioni saranno dislocate in diversi porti italiani, da Genova a Civitavecchia a Salerno, in modo da garantire un pronto intervento in caso di inquinamento. Altre diciannove unità svolgono il pattugliamento per il contenimento del «marine litter», sia davanti alle foci dei fiumi sia nelle aree marine protette. Quattro di queste diciannove unità pattugliano i tratti di mare dove si trovano le piattaforme off-shore per l’estrazione di petrolio (Vasto, San Benedetto del Tronto, Licata e Pozzallo)”, si legge su Corriere.
Il decreto Salvamare
Della nuova legge approvata nel 2019 Striscia si era già occupata con un servizio del giovane consulente scientifico Gabriele.
Il decreto ha stabilito che i pescatori che intendono diventare degli “spazzini” del mare possono ottenere un certificato ambientale e la loro filiera di pescato sarà adeguatamente riconoscibile e riconosciuta. I rifiuti possono essere portati nei porti dove sono allestiti dei punti di raccolta e allo stesso tempo sono stati introdotti dei meccanismi premiali per i pescatori che si prendono questa responsabilità.
Le origini del fishing for litter
La pratica introdotta col decreto Salvamare viene definita Fishing for litter (letteralmente, pesca di spazzatura) ed è stata presa in prestito dalla Scozia che nel 2005 aveva dato il via all’iniziativa di pulire il mare grazie all’aiuto dei pescatori. Quelli che partecipano al progetto separano dal pescato i rifiuti rimasti imbrigliati nelle reti, stoccandoli direttamente a bordo. Una volta a terra i sacchi vengono lasciati in un contenitore posizionato presso l’area di ormeggio. Secondo i dati racconti dall’ISPRA nel Mar Mediterraneo ben 134 specie sono vittime della plastica che ingeriscono involontariamente. L’Adriatico sarebbe il mare con le maggiori densità di rifiuti, sia galleggianti che depositati sul fondo o sulle coste.
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