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Antonio Ricci ricorda l’amico Fabrizio De André

Antonio Ricci ricorda l’amico Fabrizio De André

Antonio Ricci ricorda l’amico Fabrizio De André

A Palazzo Ducale di Genova, nel Salone del Maggior Consiglio, si è tenuta una intera “Giornata per Fabrizio De André”, in occasione del ventennale della sua scomparsa (11 gennaio 1999). Tante le attività per ricordare il grande cantautore, come la proiezione di materiali video realizzata da Vincenzo Mollica e il tributo del coro Quattro canti. Poi un incontro con – tra gli altri – Antonio Ricci, Dori Ghezzi, Cristiano De André, Gino Paoli, Fabio Fazio e Luca Bizzarri per ricordare insieme Faber.

“Gli sono grato perché all’epoca ha indicato a me e ai ragazzi come me che si potevano abbracciare certi ideali, seguendo un’altra strada. Una strada senza eroi, senza Ho Chi Minh, Mao Tse-tung, Lenin, Stalin, una strada libertaria, lontana dal totalitarismo. Sul palco, però,non puoi fare l’anarchico, perché il palco è il momento della gerarchia. Un conto è la sala d’incisione, dove qualunque tecnico può interromperti per darti un consiglio o per riprenderti, un altro è quando si accendono tutte le luci su di te. In quel momento non c’è niente da fare, sei tu il líder máximo: devi rispondere agli applausi, inchinarti, fingere di salutare con la mano il pubblico lontano, prigioniero di una liturgia che non ti può appartenere. Ansie, contraddizioni, incoerenze umanamente comprensibili. Tenete presente che la quasi totalità delle persone, però, non vede l’ora di finire sotto i riflettori per perdere la testa. C’è un ISIS che decapita, nascosto nell’animo dei più, col piacere complice delle vittime”, ha commentato Antonio Ricci in apertura del suo ricordo.

“Ho imparato a convivere con Fabrizio in modo diverso, a parlarne come se parlassi del presente. E’ la forza che mi avete dato voi. – ha detto Dori Ghezzi rivolgendosi ai mille che hanno trovato posto all’interno del Salone – E’ un momento molto difficile per voi (facendo riferimento alla tragedia del ponte Morandi, ndr), ma ho sempre pensato che Genova sa dove arrivare e sarà più forte che mai. Mi sento di essere genovese e anche un po’ genoana” ha concluso.

“Molti mi hanno chiesto cosa mi manca di lui. Mi manca lui, mi manca mio padre – ha detto il figlio Cristiano -. E preferisco ricordarlo nel giorno del suo compleanno che commemorare il giorno della sua morte”. Cristiano ha ricordato l’ultima tournée fatta col padre, il loro riavvicinamento e ha descritto intimi aspetti del carattere di Faber come “il volersi schierare sempre dalla parte degli ultimi”.

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