«Quello che è successo è disumano. Aiutatemi a cambiare cognome: non tutti i Levak sono così»
Calci e pugni in faccia, telecamere spaccate e sequestrate, minacce di morte. Rajae Bezzaz e i suoi collaboratori portano ancora i segni della feroce aggressione subita per mano di una famiglia sinti nei pressi di Maserada sul Piave, in provincia di Treviso (vedi servizio).
A distanza di pochi giorni, in questo clima di solidarietà riconosciuta all’inviata di Striscia, si è messa in contatto con il tg satirico una donna che porta lo stesso cognome del clan che ha aggredito Rajae e la sua troupe.
«Sono mortificata per quello che è successo. È disumano. Voi stavate facendo il vostro lavoro», dichiara la donna che, temendo per la propria incolumità, preferisce apparire a volto coperto. E aggiunge: «Il mio è un cognome molto pesante. Mostrandomi, rischio il lavoro. Mi è già successo di perderlo per il cognome che ho. Ho cercato di cambiarlo, anzi se riusciste a darmi una mano sarebbe la cosa più bella del mondo».
«È giusto dire che ci sono tante brave persone tra i Levak che pagano per i danni causati da questi omonimi che sporcano il loro buon nome. E noi saremo sempre qui a difendere i diritti di tutti, compresi quelli dei Levak “bravi”», conclude l’inviata del tg satirico.
Il servizio completo andrà in onda questa sera a Striscia la notizia (Canale 5, ore 20:35)