ITsArt è una piattaforma digitale creata per promuovere lo spettacolo e la cultura made in Italy, e che nel disegno inziale del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini avrebbe dovuto essere la Neflix della cultura italiana, ma ad oggi sta subendo dei colpi d’arresto, che già Striscia aveva ampiamente anticipato.
Il nostro tg satirico aveva infatti sollevato delle perplessità sulla piattaforma, un progetto costato quasi 20 milioni di soldi pubblici più fondi privati per il quale però gli iscritti erano poco più di 50mila; Pinuccio aveva raccolto in un servizio varie testimonianze.
Il bilancio del 2021 si è chiuso con una perdita di 7.4 milioni di euro; i costi per la “Netflix italiana” sono pari a 7.7 milioni di euro, di cui 900mila solamente per il personale, con dei ricavi che si aggirano intorno ai 245mila euro. Questi numeri ci fanno capire il fallimento del progetto, ma anche la fine di quasi tutta la riserva finanziata dal decreto “Rilancio” che ammontava a una cifra di 9.8 milioni di euro.
Il quotidiano Il Foglio sulla questione ha anche aggiunto: “I bassi incassi di ITsArt sono in un certo senso anche sovrastimati. Perché i 245 mila euro di ricavi messi a bilancio si compongono di 140 mila euro di “ricavi diretti al consumatore (B2C) per la distribuzione dei contenuti audiovisivi in streaming”.
La vicenda era anche finita in Parlamento dove vennero citati sia Striscia, che il nostro inviato Pinuccio.