Ben 7 milioni di italiani vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi. Sette milioni di persone che sono costrette a convivere in un costante stato di incertezza relativo alle condizioni meteorologiche e a fenomeni anomali legati ai cambiamenti climatici.
A dare l’allarme è la Coldiretti, dopo l’ultima ondata di maltempo che ha colpito il nostro Paese da nord a sud, causando gravi danni all’agricoltura e ancora una volta crolli, con nuove richieste per l’avvio delle procedure per lo stato di calamità delle zone più colpite.
I cambiamenti atmosferici – sottolinea la Coldiretti – sono ormai sotto gli occhi di tutti e mostrano l’ormai evidente tendenza alla tropicalizzazione, con fenomeni estremi sempre più frequenti e sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi e intense e capovolgimenti improvvisi da sole a maltempo.
Più volte noi di Striscia ci siamo occupati di documentare alcune situazioni a rischio e di accendere i riflettori sui piccoli centri che vivono in condizioni di disagio ogni qualvolta si verificano episodi di maltempo.
Il problema è che le precipitazioni sempre più intense si abbattono su un territorio – quello italiano – già compromesso, reso fragile da una condizione di dissesto idrogeologico in cui 7275 comuni risultano a rischio per frane o alluvioni. Questi rappresentano il 91,3% del totale, ma in alcune regioni come la Liguria la percentuale sale al 100%.
Secondo la Coldiretti una delle cause starebbe nella cementificazione e nell’abbandono che negli ultimi 25 anni avrebbe ridotto la superficie agricola a 12,8 milioni di ettari, con un calo del 28% delle terre coltivate.
L’Italia dovrebbe quindi agire in senso opposto, difendendo il proprio patrimonio agricolo e adottando provvedimenti che riconoscano da un punto di vista sociale ed economico l’importanza di queste attività.
Il settore, infatti, è uno dei più impegnati nel contrasto dei cambiamenti climatici e allo stesso tempo quello più colpito dai danni causati dai fenomeni atmosferici, con perdite di produzione agricola e infrastrutture che in dieci anni ammontano a oltre 14 miliardi.